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Svezzamento: poche calorie in più e si rischia l’obesità

Una corretta alimentazione è la base di partenza per una vita sana fin dai primi mesi di vita. Il latte materno è il nutrimento ideale, ma poi arriva la delicata fase dello svezzamento e le cose si complicano un po’. Il bimbo all’inizio può avere la tendenza a rifiutare il cibo e allora ci si arma di pazienza e si fanno mille tentativi per convincerlo. Poi finalmente comincia a mangiare con gusto, ma attenzione: occorre rispettare le giuste dosi per evitare il rischio di obesità. Questo fin da subito, già dai quattro mesi. Almeno così raccomanda una ricerca dello University College di Londra.

Secondo lo studio, che ha interessato un campione di 2.500 bebè, basterebbero appena 11 calorie in più a pasto per far aumentare il rischio di obesità. Parliamo, in definitiva, dell’equivalente di un cucchiaio di legumi, ma che moltiplicato per i cinque pasti giornalieri del piccolo, potrebbe esporlo al pericolo del sovrappeso.

I ricercatori hanno infatti constatato che la differenza tra peso normale e peso eccessivo viene determinata da poche calorie aggiuntive a pasto: 141 contro le 130 di media. Un’inezia che però, durante lo svezzamento, diventa rilevante. Si è stimato che per ogni 24 calorie in più date al bebè ogni volta che mangia, il rischio di obesità ha un incremento del 9%.

Lo svezzamento è un momento delicato per lo sviluppo del bambino, ma già dai primi mesi si può intervenire abituandolo a nutrirsi in maniera sana ed equilibrata, variando la dieta e non esagerando con le quantità. Abitudini che poi manterrà anche da grande, quando l’attrazione verso i cibi meno salutari ma più ghiotti sarà inevitabile.

L’obesità infantile si può prevenire già in gravidanza, ma l’attenzione a cosa e quanto un bambino deve mangiare va sempre tenuta in grande considerazione per il suo benessere, senza esagerare. Magari la ricerca inglese può apparire catastrofica: non si può però negare che delle sane abitudini alimentari andrebbero impartite fin da piccoli.