Che cosa significa somatizzare? Somatizzare vuol dire trasformare un pensiero, un conflitto interiore in un disturbo avvertito fisicamente. Molti dolori, infatti, non hanno cause organiche bensì hanno un’origine psicosomatica: mal di testa, mal di stomaco, tensione muscolare. Somatizzare l’ansia, lo stress accade più spesso di quanto si pensi. Ciò avviene quando i pensieri che “pesano” nella nostra mente non trovano una via di uscita. La somatizzazione della tensione si manifesta anche nei bambini. Vediamo in che modo i bimbi somatizzano l’ansia.
I bambini non hanno la stessa capacità di comunicare che hanno gli adulti. Spesso faticano a parlare delle proprie difficoltà; temono di non essere compresi o, ancora peggio, di essere presi in giro.È per questo che, a volte, li sentiamo soffrire di mal di pancia. Specialmente la mattina prima di andare a scuola.
Se questo segnale si ripete nel tempo e non è limitato a qualche sporadico episodio, allora è il caso di indagare che cosa non va nella vita quotidiana del bimbo. Oltre al mal di pancia, le emozioni che il piccolo non riesce a gestire possono manifestarsi con altri disturbi legati alla digestione, problemi respiratori o cutanei.
Il fatto che, prima della scuola, il bambino stia male non significa che non abbia voglia di alzarsi dal letto o che non voglia impegnarsi in quell’attività. Allora quali sono le cause della somatizzazione?
I suoi sintomi sono il segnale che egli sta vivendo una situazione per lui stressante.
Questa può essere una situazione esistente fra le pareti domestiche. A volte sono sufficienti una discussione o un clima teso a minare le sue sicurezze. Possono esistere problemi a scuola, nel mondo dello studio.
O, ancora, nello sport che è stato scelto. Purtroppo non sempre l’attività sportiva è collegata al concetto di benessere, ma porta con sè competizione, timore ed insicurezza.
Come possono agire i genitori in caso di somatizzazione? Prima di tutto è fondamentale sentire il parere del pediatra. Questo passo serve ad escludere qualsiasi motivazione di tipo organico. Fatto questo, i genitori possono agire attraverso il dialogo: mettersi al suo livello e cercare di capire che cosa renda infelice il piccolo.
Come già detto, non sempre è semplice per il bambino esprimersi. Ciononostante egli va rassicurato, ricordandogli che i genitori tengono a lui, gli vogliono bene e per questo gli saranno vicini. Se il problema persiste, però, è necessario recarsi da uno specialista, il quale conoscerà le migliori tecniche per permettere al bambino di esprimersi. Egli infatti potrà mettere a fuoco le difficoltà del piccolo attraverso disegni e giochi.
Il corpo del bambino lancia dei chiari segnali: ascoltiamoli!