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Si può donare il sangue durante l’allattamento?

Il sangue umano è un prodotto naturale, non riproducibile in laboratorio. Solo attraverso la donazione, volontaria e gratuita, è possibile raccoglierlo per salvare la vita non solo a chi è vittima di incidenti, ma anche a chi deve sottoporsi a trapianti di organi ed a coloro che sono affetti da patologie che richiedono frequenti trasfusioni e farmaci plasma derivati.

Non tutti possono donare il sangue. Ad esempio ci sono delle restrizioni per le donne, che non possono sottoporsi a questa pratica durante la gravidanza, fino ad un anno dal parto, o da un eventuale aborto e non prima di tre-sei mesi dalla fine dell’allattamento. Molte mamme restano stupite da quest’ultimo impedimento.

Perché non è possibile donare il sangue nel periodo dell’allattamento?

Il latte materno è un elemento prezioso per il neonato, in quanto costituisce l’alimentazione esclusiva, in genere fino al sesto mese di vita. Contiene tutti gli elementi nutritivi di cui il piccolino ha bisogno: acqua, grassi, carboidrati, minerali, proteine, vitamine. Ha anche proprietà immunitarie, anti-infettive e anti-allergiche. La donazione di sangue materna, in questo periodo, potrebbe impoverire il latte di elementi preziosi per il bambino, esponendolo a rischi per la sua salute attuale e futura.

In mancanza di un apporto sufficiente di alcuni di questi elementi, il piccolino potrebbe incorrere in patologie anche gravi, come manifestazioni asmatiche, allergiche, deficit intellettivi e cognitivi, difficoltà psico-motorie.

Sempre nel periodo dell’allattamento, la donazione di sangue da parte della mamma potrebbe esporla ad un eccessivo affaticamento, con ricadute non solo sulla possibilità di continuare ad allattare il figlio, ma anche sulla capacità di prendersi cura di lui.

Appena nasce il bambino necessita di molte attenzioni da parte dei genitori ed, in particolare, della mamma. Richiede di essere attaccato al seno spesso, sia durante il giorno che di notte. Le figure di attaccamento devono pian piano abituarsi a questi nuovi ritmi che, a volte, li privano di molte ore di sonno, stravolgendo la normale routine quotidiana.

In questo contesto, la mamma non solo deve accudire il suo piccolino, ma anche riprendersi dalla gravidanza e dal parto. Il suo corpo subisce, nuovamente, un cambiamento di ormoni, gli organi ed i rispettivi apparati ritornano alle dimensioni ed ai parametri pre gravidici. Insieme ai cambiamenti fisici, il nuovo ruolo può creare situazioni di preoccupazione, a volta di ansia.

Per questi motivi, non è possibile la donazione di sangue nel periodo dell’allattamento, considerato un periodo “sensibile”, dove la diade madre-figlio vive una fase di simbiosi, fondamentale per lo sviluppo psico-fisico del figlio e nel quale la donna ha necessità di prendersi anche cura di sé per far fronte a questa nuova fase di vita.