Seconda settimana di gravidanza
Durante la seconda settimana di gravidanza nel corpo femminile è in atto un cambiamento senza eguali. La donna ancora non sa di essere incinta e, spesso, attribuisce alcuni sintomi alla sindrome premestruale. Cosa accade esattamente?
L’impianto è avvenuto e l’organismo produce la gonadotropina corionica umana,l’ormone che permetterà alla donna di accertare la gestazione in atto. Proprio la gonodotropina, chiamata Beta Hcg, stimola il corpo luteo a produrre grandi quantità di progesterone.
In questo modo la muscolatura uterina si ammorbidisce, trasformandosi in un “nido” accogliente per il bambino. L’intervento degli estrogeni contribuisce a stimolare la crescita del volume dell’utero. L’attività intestinale viene rallentata, per favorire un maggior assorbimento delle sostanze nutritive.
Ciò permette la crescita e la formazione del bebè. A 2 settimane di gravidanza, l’embrione è formato da circa 150 cellule suddivise in tre strati: ovvero i foglietti embrionali.
Le trasformazioni ormonali in atto, sono la causa dei sintomi che la donna accusa fin dal concepimento. Una grande stanchezza e sonnolenza, nausea, ipersensibilità olfattiva sono i disagi più frequenti.
Alla fine del primo trimestre, quando il livello degli ormoni si è stabilizzato, questi disagi e malesseri diminuiranno notevolmente. Anzi, alcune gestanti hanno dichiarato che, proprio dalla fine del terzo trimestre, si sono sentite bene e con tanta energia come mai nella loro vita.
Muco cervicale dopo concepimento
Il muco cervicale dopo il concepimento, è uno dei primi sintomi della gravidanza, forse il primissimo. Il muco cervicale è una sostanza che favorisce la fecondazione. Nei giorni non fertili, in genere, tende ad essere secco.
Nei giorni afferenti l’ovulazione è filamentoso. Ciò per favorire la corsa degli spermatozoi fino all’uovo maturo. Durante le prime settimane di gravidanza le gestanti possono notare abbondanti perdite di muco cervicale. Si tratta di un fenomeno fisiologico, importante per proteggere la cervice da eventuali infezioni.
Nello stesso periodo si possono verificare delle piccole perdite ematiche, dette perdite da impianto. Segno dell’avvenuto annidamento. Con l’evolversi della gestazione il muco cervicale si modifica ulteriormente, chiudendo la cervice.
Formando il cosiddetto tappo mucoso, utile per difendere l’utero ed il bebè dalle aggressioni patogene. Solo alla fine della gravidanza, in prossimità del parto, il tappo mucoso viene espulso.
Prime settimane di gravidanza
Durante le prime settimane di gravidanza il corpo comunica il cambiamento straordinario che sta vivendo. L’amenorrea, ovvero l’assenza del ciclo mestruale è un evidente segnale dell’avvenuto concepimento ma, spesso, il test di gravidanza viene eseguito quando compaiono anche altri sintomi. Quali sono e come si presentano?
Le modificazioni ormonali e fisiche provocano stanchezza, sonnolenza. Assecondare questo bisogno permetterà un solido annidamento, ponendo le basi per una gravidanza più serena. Inoltre, gli ormoni deputati alla gestazione, favoriscono un rallentamento del ritmo di vita e di lavoro femminili che permetteranno alla gestante di capire ciò che avviene dentro di lei.
Aumenta la minzione e le nausee possono modificare, in modo significativo, l’alimentazione. Lo stravolgimento ormonale può determinare un senso di pesantezza a livello addominale, con difficoltà a digerire. Per alleviare questo disagio è importante scegliere un’alimentazione sana e leggera, sostituendo i tre pasti principali con piccoli spuntini, da distribuire nel corso della giornata.
Anche il seno in gravidanza si trasforma per prepararsi ad allattare il piccino. Inizialmente, con le prime settimane di gravidanza, il seno diventa turgido, aumentando di volume. La pelle si tende e diventa più sensibile al tatto.
L’aumento del flusso ematico rende visibili le vene sottopelle. Per evitare fastidiosi irritazioni è importante usare detergenti delicati. I capezzoli saranno più evidenti, l’areola si espanderà diventando più scura. Saranno ben presto evidenti i tubercoli di Montgomry, ghiandole poste sull’areola per lubrificare il capezzolo durante l’allattamento.
La scelta del reggiseno deve essere accurata. Non deve essere aderente; ideale quello confezionato in fibra naturale, in modo da permettere la traspirazione della cute. Un olio vegetale spalmato sul seno dopo il bagno, allevierà il fastidioso senso di prurito.
Attenzione a non utilizzare creme profumate: non solo potrebbero irritare il capezzolo, ma modificando l’odore materno, ostacolerebbero l’avvio dell’allattamento.