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Saponi antibatterici sono nocivi in gravidanza

Saponi antibatterici nocivi in gravidanza: scatta l’allarme, ma non è dimostrato

Le mamme dovrebbero evitare l’uso di saponi antibatterici, in quanto questi conterrebbero dos nocive di tricocarban (tcc), una sostanza considerata cancerogena. A dirlo sono sono alcuni articoli pubblicati recentemente in diverse testate internazionali, ma che in realtà non possono essere ritenuti attendibili. Vediamo il perché.

Il Tcc: cos’è

Non è la prima volta che questa sostanza finisce nel mirino insieme al Triclosato (Tcs). In passato queste sostanze venivano considerate cancerogene già in dosi normali, ma oggi gli esperti rilanciano il pericolo delle stesse, sostenendo che possono causare obesità e altri problemi nello sviluppo dei bambini.

Lo studio

La ricerca, nello specifico, è stata pubblicata su PlosOne e riguarda i topi. Lo studio in questione ha dimostrato che il Tcc viene trasferito efficacemente dalle madri alla prole, sia attraverso la placenta che con l’allattamento.

I composti correlati al Tcc sono stati rilevati nei tessuti dei cuccioli con concentrazioni più elevate nel cervello, nel cuore e nel grasso. Il trasferimento dalla madre alla sua discendenza è stato invece associato ad un aumento di peso rispetto ad un gruppo di cavie non esposto tra l’11% e l’8,5%.

Come si spiega nello studio, il Triclocarban (Tcc) è tra i dieci più comuni contaminanti rilevati in concentrazione e frequenza nelle acque di scarico americane. La sua presenza e la propensione al bio-accumulo hanno sollevato dubbi sui potenziali effetti endocrini e nello sviluppo, e gli esperti sono giunti ad una conclusione.

Gli studi riguardano acqua contaminata, non saponi

Allarmare le donne in gravidanza contro i saponi antibatterici non avrebbe senso: si parla infatti di dosi di Tcc presenti normalmente nell’acqua di scarico, ed un trasferimento di tali sostanze non è possibile associarlo con delle patologie, o quanto meno dimostrarlo.

Il Tcc alimenta infatti olo delle alterazioni nei geni coinvolti nel metabolismo lipidico femminile e nell’incremento di peso. Ricordiamo, inoltre, che lo studio in questione riguarda i topi, non esseri umani, per i quali non esistono studi analoghi. Anche ammettendo che questo studio possa ritenersi valido per le persone, tratta della assunzione di acqua contaminata, non di saponi.