Se vi è capitato di leggere con attenzione qualche referto ecografico ginecologico avrete notato che spesso tra le prime cose si trova scritto: utero in anteroversione oppure utero in retroversione. Si tratta di due condizioni entrambe fisiologiche, che descrivono l’inclinazione del corpo uterino in anvanti anteroversione o all’indietro retroversione
L’utero infatti non è perfettamente dritto. Se immaginiamo di osservare una radiografia di una donna all’impiedi di profilo, noteremo che l’utero è inclinato sul davanti e pertanto dove incontra il canale vaginale si forma un angolo, che può essere più o meno accentuato a seconda della flessione, e in questa concavità si adagia la vescica.
Questo aspetto anatomico dell’utero chiamato anteroversione è tipico dell’80% delle donne. Il restante 15% invece presentano un utero retroverso, ossia inclinato all’indietro, che poggia sul retto. Questa particolarità può presentarsi dalla nascita o essere conseguente ai parti precedenti. Non è patologica, ma talvolta può portare qualche fastidio in più.
La fertilità di queste donne non è compromessa di per se’. Le difficoltà nel rimanere incinte potrebbero essere legate ad una sensazione spiacevole di dolore durante i rapporti sessuali, condizione definita dispareunia. Il dolore ai rapporti viene riferito sopratutto nella posizione classica del missionario, con la quale la pressione intermittente sull’intestino può dare dolore. Più piacevole invece per queste donne è mettersi a pancia in giù, in quanto l’intestino non viene schiacciato dal fondo uterino.
Il fatto che il fondo uterino schiacci il retto in misura più o meno accentuata può portare a problemi di stipsi già al di fuori della gravidanza. Nei primi mesi di gravidanza con l’aumentare del volume uterino la situazione può addirittura peggiorare, ma solo fin quando l’utero rimane in sede pelvica (4-5 mesi) per poi migliorare via via quando crescendo raggiungerà l’addome.
Tra i 4 e i 5 mesi inoltre il maggiore stiramento dei legamenti potrebbe portare fastidi e tensioni al basso ventre e la pressione dell’utero sui plessi nervosi del douglas danno spesso dei fastidiosi mal di schiena, così come avviene anche nel periodo premestruale e mestruale sopratutto nelle donne con utero retroflesso.
Come abbiamo detto durante la gravidanza l’asse dell’utero si verticalizza sia che esso sia in anteversione che in retroversione, perché il volume uterino ingrandendosi prenderà ad occupare tutta la cavità addominale.
Dopo il parto solitamente l’utero tende a ritornare nella sua precedente eversione, ma in alcuni rari casi può mettersi in anteversione se era retroverso, così come dall’anteversione può passare in retroversione. Le gravidanze con utero retroverso non presentano nessun rischio aumentato di aborto né di posizione anomala del feto, pertanto queste donne possono portare avanti la gravidanza come tutte le altre e partorire spontaneamente senza problemi.