I mali di stagione impazzano in questo periodo, l’influenza la fa da padrone e i raffreddori dilagano e diventano all’ordine del giorno. Per noi adulti, fare i conti col naso che cola è presto fatto. Consumando centinaia di fazzolettini riusciamo a stare al passo e a trovare un sollievo, anche se solo momentaneamente.
I più piccoli si sa, non sanno soffiarsi il naso, e questa è una cosa molto negativa. Tenendo il naso pulito infatti, si evita la proliferazione di microorganismi dannosi che fanno evolvere le malattie da raffreddamento, anche banali. Per questo motivo i pediatri raccomandano una costante pulizia del nasino con i vari spray e flaconcini di soluzione fisiologica. Senza contare poi che con un naso pulito si respira meglio.
Ma il problema sorge appunto quando i più piccoli hanno il raffreddore e di conseguenza il contrattacco deve essere un pò meno soft per quanto riguarda la pulizia nasino. A tale scopo esistono i commercio le pompette aspira muchi, di infinite marche e svariati modelli. Esiste la versione moderna, meccanica, ultrasofisticata, che a me personalmente mette un pò di timore. In pratica fa tutto il dispositivo, manca solo che dopo l’aspirazione rasserena il bimbo che piange.
Ma non temete la tecnologia ci arriverà, è solo questione di tempo. Quella storica per eccellenza è senza dubbio la goccia in silicone. Quella cioè con serbatoio in silicone e beccuccio annesso. E’ quella che, dite la verità, ha fatto tremare un pò tutti noi da bambini, io personalmente la ricordo ancora verde chiaro, un pò sbiadita, dal beccuccio giallino.
Una vera tortura! Per darvi un idea più precisa di cosa significasse per me, vi dirò che ricordo ancora il mobile in cui mia madre la teneva e ogni volta che ci passavo accanto guardavo in quella direzione, pietrificata dalla paura di vederla animarsi venir fuori dal cassetto per ciucciarsi tutto quello che avevo nel naso.
Quando è nato il mio primo figlio l’ho comprata, e usata anche. Il suo utilizzo è molto semplice, basta premerla per permettere all’aria di fuoriuscire, avvicinarla alle narici e allentare la presa. Via al risucchio! Risultato: bambino urlante la prima volta, bambino impossibile da acchiappare la seconda.
Successivamente, grazie al pediatra ho scoperto le nuove pompette, quelle cioè con tubicino e beccuccio (da cui si aspira direttamente l’aria) e beccuccio con serbatoio dall’altra parte. Diciamo che si deve in un unica volta immobilizzare il bambino, mettersi il tubicino tra le labbra, tenerlo fermo e aspirare. Ovviamente questa consa non è molto gradita sia per i neonati che per quelli più grandi.
Sia per la sensazione di risucchio che per quella d’immobilità e costrizione. Ma certe volte è necessario anzi fondamentale per farli respirare meglio, anche perché una volta ho letto da qualche parte che i neonati non possono respirare con la bocca. Non so se è vero ma questa informazione è bastata, da sola a convincermi.