In ogni gravidanza, anche fisiologica, ci sono delle modalità e delle situazioni in cui sarebbe meglio evitare i rapporti sessuali. Queste vengono chiamate controindicazioni relative, vale a dire che il rapporto sessuale potrebbe comportare dei rischi, ma non strettamente associabili. Nel caso di controindicazioni assolute invece, il divieto di avere rapporti è molto più serrato ed è assolutamente opportuno evitare. Cominciamo con elencare quelle che sono le controindicazioni assolute.
Controindicazioni assolute
- Perdite ematiche e dolori pelvici inquadrati come minacce d’aborto
- Placenta previa
- Incontinenza cervicale e cerchiaggio
- Minaccia di parto pretermine
- Rottura delle membrane amnio-coriali
Il rapporto sessuale rappresenta una sollecitazione pelvica sia da un punto di vista meccanico che chimico. L’atto della penetrazione meccanicamente induce una attività contrattile di tutti i muscoli pelvici e degli organi da esso contenuti incluso l’utero. Chimicamente parlando, in più il liquido seminale contiene delle sostanze chiamate prostaglandine che stimolano le contrazioni uterine e sono infatti anche utilizzate come medicamento per provocare il parto quando è necessario.
In queste condizioni cliniche sopra elencate sono interdette tutte le sollecitazioni pelviche, quindi non solo i rapporti sessuali ma anche l’attività fisica, specialmente la corsa, i salti e l’equitazione.
Controindicazioni relative
- Primo trimestre
- Infezioni sessualmente trasmissibili del partner
- Vaginosi, vaginiti e infezioni urinarie materne
Nel primo trimestre tutte le gravidanze presentano un rischio di aborto spontaneo pari al 40%. Vale a dire che su 100 gravidanze circa 40 esiteranno in un aborto spontaneo, per ragioni molteplici e che rimangono spesso sconosciute. Alcuni medici pertanto consigliano alle pazienti di evitare sia lo sport che i rapporti sessuali nel primo trimestre a scopo preventivo. In realtà nessuno studio scientifico ha mai dimostrato un’aumentata incidenza di aborti associabile ai rapporti sessuali. La raccomandazione generale che vale per ogni epoca gestazionale è però quella di evitare l’eiaculazione interna, riconosciuta scientificamente come fattore in grado di stimolare le contrazioni uterine.
Per quanto riguarda le infezioni paterne, se la mamma è sana il rischio che si corre è quello di un’infezione materna che potrebbe contagiare il feto per via ascendente o nel canale del parto. In questi casi si raccomanda per tanto un attento utilizzo del preservativo. Il preservativo è d’obbligo anche quando non si conoscono con certezza le condizioni di salute del partner, cioè se sono passati più di sei mesi dalle ultime analisi o se si tratta di un partner occasionale.
In caso di vaginosi, vaginiti, infezioni urinarie materne, streptococco B positivo, Herpes vaginale o condilomi, il sesso è sconsigliato perché potrebbe irritare le pareti vaginali e vescicali ed esacerbare l’infezione. Inoltre potrebbe capitare che si rompano le acque durante l’atto sessuale e che il feto venga contaminato da questi batteri per via ascendente.
Raccomandazioni generali dunque sono quelle di praticare sesso sempre con un preservativo o evitando comunque l’eiaculazione interna, di scegliere le posizioni più adatte e confortevoli per la mamma e di evitare penetrazioni troppo profonde e violenti sobbalzi, specie in epoca avanzata. Ovviamente è necessario sospendere l’attività sessuale in caso di rottura delle acque.
Nessuna controindicazione invece a coccole erotiche ed effusioni, che in ogni caso non possono fare che bene all’umore e rinforzare il legame di coppia.