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Puerperio: i cambiamenti psico-fisici nella neo mamma

Ogni fase della gravidanza e del post parto hanno peculiarità che le rendono indimenticabili ed emozionanti, dalla prima ecografia con l’ascolto del cuoricino del piccolo che batte forte, forte, ai primi calcetti, alla scoperta del sesso, fino al momento delle contrazioni e quindi del parto e… di quel primo abbraccio.

Il puerperio è il periodo che ha inizio subito dopo il parto, con l’espulsione della placenta e termina con la ripresa dell’attività ovarica, fino alle sei – otto settimane successive, lasso di tempo che, comunque, varia da donna a donna.

Se la mamma allatta al seno, le mestruazioni torneranno più tardi perchè l’allattamento esclusivo ritarda la ripresa dell’ovulazione, grazie alla produzione della prolattina. Se la neo mamma allatta artificialmente avrà il capoparto dopo circa quaranta giorni.

Questa è una fase molto importante e delicata per la donna, sia da un punto di vista fisico che psico-emotivo. Per quanto concerne le principali modificazioni fisiche, sappiamo che l’utero si contrae per tornare nella sede e alle dimensioni pre-gravidiche. I sintomi di questo cambiamento sono: dolori crampiformi, specie durante l’allattamento al seno, causati proprio dalle contrazioni per consentire l’involuzione uterina. Vi sono poi le perdite vaginali, chiamate lochiazioni: per i primi quattro – cinque giorni ematiche, poi siero ematiche entro il quindicesimo giorno e cremose per circa un’altra settimana.Tali perdite sono il risultato di una normale e corretta involuzione dell’utero.

E ancora, il seno può essere gonfio con i capezzoli dolenti, in quanto il bambino soprattutto il primo mese potrebbe voler attaccarsi spesso sia per la necessità di nutrirsi, ma soprattutto per l’esigenza della vicinanza verso la mamma.

A seconda della tipologia del parto, alcuni sintomi possono essere più accentuati di altri, cefalea, ritenzione idrica, lombalgie, dolore post operatorio in caso di parto operativo o cesareo, difficoltà a stare seduta, a camminare o eseguire determinati movimenti come la torsione del tronco, i piegamenti,… Ogni apparato, dal circolatorio al gastrointestinale torna alle condizioni pre-gravidiche, compresi metabolismo e produzione ormonale.

Accanto a ciò vi sono anche alterazioni psico-emotive. La mamma può sentirsi triste, nervosa, particolarmente sensibile e dalla lacrima facile, può aver paura di non tornare fisicamente attraente… Queste sono reazioni comuni dovute allo squilibrio ormonale dopo il parto e dai tanti cambiamenti che il corpo sta affrontando di nuovo: dalla separazione dal suo bambino che non è più dentro di lei, dalla stanchezza per un diverso ritmo sonno – veglia dettato dalle esigenze del piccolino, ad un ruolo e ad una vita completamente diversi da quelli precedenti.

Il neonato occupa uno spazio fisico ed emotivo, si manifesta con pianti, sorrisi, porta con sè richieste: di rassicurazione, di nutrimento, di attenzione e conforto, richieste che, in forme differenti a seconda delle diverse fasi di crescita, proseguiranno nel tempo. Ovviamente sono i genitori, la mamma in primis a dover rispondere a tutto questo. E sono loro ad essere chiamati a ridefinire sè stessi sia in termini personali, di madre e padre, sia come individui singoli, con le proprie carriere professionali ed i propri spazi, ma anche come triade e quindi come famiglia, con la rinegoziazione anche dei confini dalle rispettive famiglie di origine. I passaggi da figlio a genitore e da genitore a nonno sono intensi e, se non elaborati e affrontati apertamente, in un clima assertivo e rispettoso delle esigenze reciproche, possono causare contrasti e malumori.

Ecco che la maternità, fin dalle primissime ore dalla nascita del piccolo, è un compito affascinante, destinato a completare la donna, ma è anche un percorso faticoso, pieno di dubbi ed incertezze. La mamma in questo periodo ha un rapporto esclusivo con il suo bambino costituito dal contatto pelle a pelle, sguardi, carezze. Quindi dal bonding, quel legame iniziato con la gravidanza e la comunicazione intrauterina, e questo la rende più forte nel superare le difficoltà psico-fisiche del momento.

Così com’è fondamentale la capacità di condividere tutte queste nuove emozioni con il partner. Riuscire a parlare con il proprio compagno di questi innumerevoli e contrastanti stati d’animo, confrontandosi senza sentirsi giudicata, ma accolta e sostenuta aiuta sicuramente la mamma a superare le difficoltà ed i disagi di questa prima fase di vita del suo piccolino, a rafforzare la sua competenza genitoriale e la sua auto stima come donna e come compagna.