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Prurito in gravidanza

Prurito gravidanza

Uno dei disagi che colpisce la futura mamma è il prurito in gravidanza, che può localizzarsi su alcune specifiche zone come il seno, le mani, le gambe e la pancia, o estendersi su tutto il corpo, gambe comprese. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di un disturbo fisiologico determinato, nei primi mesi di gravidanza, dalle modificazioni ormonali; in seguito, con l’aumento del peso corporeo femminile, dal maggior apporto di sangue e dalla distensione della pelle che diventa più sottile e, di conseguenza, più sensibile ed irritabile. Nei casi di prurito più acuto il medico indagherà le cause per scartare allergie o complicazioni della gestazione, come la colestasi.

Prurito al seno

Uno dei maggiori fastidi fisiologici è il prurito in gravidanza nel primo trimestre, in special modo sul seno. Quest’ultimo subisce importanti cambiamenti, primo fra tutti l’aumento del volume. A seguito di ciò le mammelle diventano più turgide, la pelle si dilata e le vene diventano più evidenti. È proprio a questo punto che il prurito diventa davvero insopportabile. Nel secondo trimestre di gravidanza al prurito al seno si può aggiungere il prurito sulla pancia, per le modificazioni della zona addominale.

Prurito alle gambe

Con l’aumento del peso corporeo ed il peggioramento della ritenzione idrica, caratteristica quest’ultima del periodo dell’attesa, aumenta anche il prurito alle gambe in gravidanza per il maggior afflusso ematico ai vasi sanguigni sotto pelle. In questi casi sono indicate docce tiepide per ridurre il senso di affaticamento, il prurito ed, eventualmente, il gonfiore.

Prurito alle mani

Pure il prurito alle mani, soprattutto dalla fine del secondo trimestre e nell’ultimo mese di gravidanza, può diventare molto fastidioso. La causa è da rintracciare nella distensione della pelle, che diventa più sottile e sensibile al maggior apporto di sangue ai vasi periferici. Da ciò si ha una maggiore sensibilità che rende l’epidermide più secca e, quindi, maggiormente irritabile a contatto con saponi o fibre sintetiche. Per evitare il peggioramento di questi sintomi, è necessario l’uso di guanti durante le pulizie di casa per escludere il diretto contatto della pelle con i detersivi.

Prurito in gravidanza rimedi: ce ne sono diversi tra cui quello di scegliere detergenti delicati che non irritino la pelle; magari possiamo prendere l’abitudine di usare un olio specifico dopo il bagno per rendere l’epidermide meno secca e più elastica. Da provare poi una moderata ma costante attività fisica che, favorendo la circolazione sanguigna, riduce la sensazione di prurito su tutto il corpo. Un’attenzione particolare è necessaria alla scelta dell’abbigliamento, preferendo abiti in fibre naturali e non sintetiche.

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Colestasi

In una modesta percentuali di casi, il prurito è dovuto alla colestasi gravidica. Si tratta di una complicazione determinata dall’accumulo di sali biliarinel sangue, provocando l’irritazione dei nervi periferici e quindi prurito in tutto il corpo. I sintomi della colestasi gravidica sono: iniziale prurito alle mani, che si manifesta soprattutto di notte, per poi estendersi a tutto il corpo e l’aumento della transaminasemia, a cui può associarsi una forma leggera di ittero.

Colestasi gravidica

Le cause della colestasi gravidica di questo disturbo non sono ancora note ma evidenze cliniche mostrano una certa familiarità nell’anamnesi storica delle pazienti. Le ultime ipotesi scientifiche sembrano collegare questa patologia ad una reazione agli ormoni tipici del periodo dell’attesa, quindi estrogeni e progesterone, che causano un accumulo di sali biliari nel fegato. Se trascurata, le conseguenze di questa patologia coinvolgono sia la donna, esponendola ad emorragia nel post-partum, sia il feto, favorendo una nascita prematura, sofferenza fetale ed asfissia neonatale.

Oggi, individuando la patologia, già dal secondo trimestre di gravidanza, con un’adeguata terapia farmacologica, periodici esami clinici ed una costante osservazione dell’evoluzione della gestazione, si riesce, anche con un’induzione programmata del parto, a non avere conseguenze nefaste né per la donna né per il suo bambino.

Oltre allaterapiafarmacologica, necessaria per ridurre gli acidi biliarinel sangue, la gestante affetta da colestasi deve fare attenzione alla dieta, scegliendo alimenti che non affatichino il fegato, come i cibi fritti o quelli detti spazzatura, che aumentano i sali biliari nella gettata sanguigna; preferire e adottare, con l’aiuto di un professionista, una dieta equilibrata con sufficiente apporto quotidiano dii frutta e verdura di stagione e bere molta acqua durante il corso della giornata.