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Primi passi: come superare la paura di camminare dopo una caduta

“Mio figlio da quando ha preso quella brutta caduta non cammina più”. Tutti i bambini cadono e sono in tanti i genitori che fanno questa esperienza e cominciano a preoccuparsi per una sorta di regressione del loro bambino. Una caduta può fare paura ma, come insegna la vita, ci sono sempre dei modi per superarla.

Nell’affermazione di un genitore preoccupato perchè il bimbo non cammina più a seguito di una brutta caduta, nel termine “brutta caduta” si può già forse trovare gran parte del problema. In termini medici una brutta caduta è una caduta con frattura scomposta della spalla, ad esempio. Inciampare in una siepe, battere la testa sullo scivolo e farsi un bernoccolo, per quanto possa essere spaventoso, non è certo quella che si può definire una brutta caduta.

Quando si chiede poi al genitore quali siano state le conseguenze immediate della caduta, e questi ti risponde ingenuamente “un lungo pianto disperato e un bel bernoccolo”, si capisce come l’universo dei genitori sia un mondo a parte, nel quale i piccoli problemi assumono dimensioni epocali e preannunciano scenari catastrofici.

Quando non sei genitore e sei ancora figlio, sai perfettamente che tutti i bambini cadono, si fanno bernoccoli, si scorticano le ginocchia e questo non porta con se delle conseguenze, se non quelle di renderli più prudenti in futuro. Anzi, si può dire che le cadute sono esperienze essenziali per sviluppare una maggiore prudenza nell’autonomia. Come avrete notato i bimbi ai primi passi sono tutti un po’ spericolati. Questo accade perchè non hanno esperienza della caduta. Loro non sanno che possono farsi male. L’unico modo per saperlo e darsi dei limiti è proprio facendosi un po’ male.

È importante mamma e papà prendere atto di questo perchè la reazione del genitore alla caduta del bambino è psicologicamente più incisiva della caduta stessa. A seconda dello spavento del genitore il bambino interiorizzerà il suo spavento ed elaborerà la paura oltre alla prudenza. In fondo analizzando la definizione di paura si può anche affermare che essa non è lontana dall’essere un eccesso di prudenza.

Quindi la cosa migliore di fronte una caduta è quella sicuramente di consolare il piccolo dal dolore ma cercando anche di sdrammatizzare, magari calmare il suo pianto facendo con il papà una piccola dimostrazione scherzosa di caduta. Il messaggio deve essere “si cade e ci si rialzo, sempre, e si continua a camminare”. Se questo non è avvenuto dopo la caduta, e com’è verosimile credere siete diventati bianchi di paura e la vostra espressione era pietrificata e incapace di fare un qualunque sorriso per sdrammatizzare, è possibile e lecito che ora il piccolo abbia paura a lasciarsi andare di nuovo.

Nella sua testa l’evento è stato elaborato così: “sono caduto, mi sono fatto anche un po’ male, ma la cosa peggiore é che la mamma e il papà hanno avuto tanta paura da stare male quindi devo averla fatta grossa… ora non voglio camminare perchè ho paura di fare ancora male a mamma e papà”. A questo punto la domanda è se ci sia qualcosa da poter fare dopo. La cosa migliore da fare è ricominciare da capo insieme a lasciarsi andare, da piccoli passetti per raggiungere un obbiettivo allettante.

La paura piano piano dovrebbe svanire se vi mostrate voi stessi ancora disponibili al distacco, e a sperimentare serenamente nuove cadute, ma qualora si dovesse protrarre per un mesetto potete provare a cadere anche voi giocando, oppure mostrare video divertenti di bambini che cadono senza farsi troppo male, oppure metterlo a contatto con altri bambini per incitarlo a sperimentare come loro. In extremis se nulla dovesse funzionare è bene partecipare ad un corso di psicomotricità, che coinvolga anche voi genitori in un’ esperienza fisica che lascerà comunque un feedback positivo per entrambi.