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Prematuri: la Kangaroo Care ha effetti a 20 anni di distanza

Prematuri e Kangaroo Care

Una nuova ricerca, che ha messo in pratica la “Kangaroo Care” su un campione di neonati, ha evidenziato nuovi e interessanti risultati; sembrerebbe infatti che il volume del cervello aumenti, in corrispondenza dell’area dell’apprendimento e della memoria e che vi sia un’incidenza minore di disturbi del comportamento. Questi esiti persistono a distanza di 20 anni, in una categoria di neonati prematuri o con un peso alla nascita molto basso. I risultati sono attribuibili alla “Kangaroo Care” e a un allattamento a lunga durata.

Cosa è la Kangaroo Care e perché è importante

Nathalie Charpak, medico della Fondazione Kangaroo a Bogotà (Colombi) sostiene che: “A 20 anni, i partecipanti con le ex-madri Kangaroo, soprattutto nelle famiglie più povere, riportavano meno spinte aggressive ed erano meno impulsivi e iperattivi”. “Essi mostravano un minor comportamento antisociale, che potrebbe essere associato alla separazione dalla madre alla nascita. La “Kangaroo Care” può cambiare il comportamento delle madri meno istruite aumentando la loro sensibilità alle esigenze dei loro figli, rendendole così equivalenti alle madri che hanno avuto condizioni ambienti più favorevoli“.

La “Kangaroo Care” è una pratica che si avvale di tre momenti fondamentali, di cui il primo è il contatto pelle a pelle tra mamma (a volte anche il papà) e neonato nella posizione di kangaroo, ovvero sopra il petto nudo; poi, vi è l’allattamento al seno; e infine una dimissione con follow-up ravvicinato, compatibile con le condizioni di salute.

Lo studio sulla Kangaroo Care

Lo studio è innovativo perché valuta gli effetti a lungo termine. Eppure la K.C. è una pratica semplice, non invasiva o nociva, che tuttavia non è ancora uno standard assistenziale universale. Eppure funziona, perché esistono professionisti sanitari che monitorano la sua esecuzione, attraverso protocolli specifici, al fine di vigilare che la madre non si addormenti o che il piccolo sia sovreccitato.

Il primo paese al mondo che ha sviluppato la K.C. è la Colombia; essa era usata come alternativa valida per i neonati sottoposti a incubatrice, nell’attesa che aumentassero di peso. La ricerca, pubblicata su Pediatrics, si è avvalsa di un campione di 264 bambini in uno studio randomizzato di 20 anni.

Cosa dice lo studio

Cosa dice lo studio

I ricercatori sostengono che i piccoli sottoposti a K.C. hanno manifestato “risultati neurologici leggermente meno gravi rispetto quelli del gruppo di controllo“; nonostante ciò non si è potuto distinguere ogni altro intervento a effetto familiare, che avrebbe potuto influenzare il risultato negli anni. I neonati sottoposti a follow-up alla nascita pesavano 1.8 kg, e sono sopravvissuti almeno fino a un anno. Di questi, nel tempo, si sono rintracciati il 61% dei 433 piccoli iniziali, poiché altri erano morti, o si erano trasferiti, oppure semplicemente i genitori hanno scelto di non partecipare.

I neonati sottoposti a K.C. avevano circa la metà della probabilità di decesso, rispetto al gruppo di controllo; il tasso di mortalità era del 3.5% tra tutti i partecipanti originali, e il 7.7% del gruppo di controllo (non sottoposto alla Care). Una volta raggiunto il peso e l’epoca gestazionale alla nascita, la sopravvivenza migliorava con la K.C.

Kangaroo Care e QI

I punteggi medi dei quozienti intellettivi totali non erano diversi in modo significativo tra gruppo K.C. e gruppo di controllo, a distanza di 20 anni; in entrambi i casi era risultato 88. Tuttavia si sono registrate piccole variazioni in un sottogruppo di neonati a 6 mesi, sottoposti a riscontro neurologico.

Stesso discorso per le malattie croniche, anche se più bimbi da K.C. avevano sviluppato ipotiroidismo. In egual misura si è verificato per la paralisi cerebrale, sebbene andavano leggermente meglio i neonati della K.C. Infatti il 38% del gruppo di controllo ha sviluppato deficit motori funzionali, rispetto al 12% del gruppo Kangaroo.

Sviluppo sociale e familiare

A lungo termine si sono viste differenze più significative per l’area sociale e familiare; infatti i bimbi della K.C. facevano meno assenze a scuola e da grandi avevano compensi lavorativi maggiori, rispetto al gruppo di controllo. I giudizi in lingua e matematica erano, però, migliori nel gruppo di controllo; gli studiosi non hanno comunque capito la motivazione.

I risultati migliori per la K.C. si sono verificati in tutti quei casi in cui è stato coinvolto anche il padre; queste erano famiglie stabili, dove il genitore manteneva un rapporto di complicità con la prole, anche a distanza di un anno. La conclusione dei ricercatori è statata che: “Le famiglie con le mamme che hanno seguito la kangaroo care erano più dedicate ai loro figli e che l’effetto è permanente“; infatti i bambini erano meno aggressivi, meno iperattivi, sebbene avrà sicuramente co-partecipato l’ambiente domestico favorevole e non solo la Care.

Conclusioni dello studio

Conclusioni dello studio

La risonanza magnetica ha mostrato come il volume cerebrale del gruppo K.C. era maggiore rispetto al controllo, e la differenza era attribuibile all’intensità della cura stessa. Questo lascia pensare che gli effetti benefici della Kangaroo Care andrebbero estesi a tutti i bambini, poiché il legame con la mamma ha un potere calmante unico. Così come l’allattamento al seno sembra essere un denominatore comune in tutti i risultati; infatti il latte materno per i prematuri ha un impatto positivo sulla sopravvivenza e sullo stato di salute.

Inoltre la K.C. ha un impatto sulla produzione ed erogazione del latte; quindi se la mamma tiene con sé il proprio piccolo, il corpo verrà stimolato a produrre il latte specifico per il bimbo stesso. Questo accade già per i neonati “normali”, ma è straordinario che valga anche per una classe tanto fragile come quella dei pretermine. Infine, emerge che se si pratica la K.C. l’allattamento è prolungato, fino a 3 mesi dall’età corretta.