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Post parto: il neonato non dovrebbe essere lavato, i benefici del bagnetto ritardato

Da anni ormai le procedure messe in atto da numerose aziende ospedaliere prediligono il lavaggio immediato del bimbo appena nato come pratica di routine. In realtà questa procedura, apparentemente innocua, nasconde luci e ombre che la scienza attraverso recenti ricerche in merito ha provato a smentire o confermare tanto che alcune unità operative hanno rivisto la loro pratica ritardando il bagnetto anche di un paio di ore/giorni o più, giusto per facilitare il bonding (attaccamento) con la mamma.

Infatti il bagnetto anticipato toglie tempo alla diade che la donna costituisce col bambino, poiché il piccolo appena nato è strappato da un ambiente caldo e confortevole quale era l’utero materno e si trova bombardato e stimolato da luci, voci e soprattutto mani sconosciute che lo accompagnano in modo troppo repentino alla sua nuova vita extra uterina.

Il contatto pelle a pelle viene meno, la temperatura cambia e anche l’approccio all’ambiente esterno ne risente, se consideriamo che il feto vive in una temperatura di 37 °C spesso non proprio corrispondente a quella delle nostre sale parto. Le braccia della mamma costituiscono quindi il primo baluardo di protezione. Ma a proteggere il nuovo nato ci pensa anche un’altra componente fondamentale tutta naturale: la vernice caseosa. Essa è un rivestimento lubrificante biancastro costituito essenzialmente da protidi, vitamine e grassi, che, per nel corso della gravidanza, protegge il feto dal liquido amniotico, che potrebbe macerarne la cute.

La vernice caseosa si concentra essenzialmente nel neonato a termine sulle zona della schiena e della testa, e comincia a riassorbirsi già a termine di gravidanza. Questa sorta di “pellicola” o “crema” (come spesso viene chiamata volgarmente) ha però un compito fondamentale che è quello di essere un potente antibatterico di cui la natura ci fornisce per proteggere la pelle da infezioni e dalla disidratazione.

Inoltre, recentemente, un panel di ricercatori ha scoperto che nella composizione non è strano trovare anche componenti del latte materno, Lisozima e Lattoferrina, che inibiscono la proliferazioni di patogeni comuni come lo Streptococco di tipo B e l’Escherichia Coli. Esiste quindi un legame sinergico tra la vernice caseosa in gravidanza e il latte materno alla nascita, poiché sono entrambi protettivi del bambino e delle sue difese immunitare.

Ma la funzione, forse più nota e studiata, della vernice caseosa è legata alla capacità di evitare la dispersione del calore, motivo per cui oggi molti professionisti della salute concordano nel differire il bagnetto per far sì che il neonato possa lentamente adattarsi e adeguarsi alla temperatura esterna e dare così inizio alla sua esogestazione, in un periodo molto delicato come l’adattamento.

L’adattamento è il momento in cui il neonato attua la sua transizione dal mondo intra a quello extra uterino, e la prima causa di malessere e distress del bambino può essere proprio il contatto con una temparatura o troppo alta o troppo bassa, ecco perché si dovrebbe prediligere il bagnetto ritardato conservando così la quantità fisiologica di vernice caseosa a protezione della dispersione del calore che il neonato si porta dall’utero materno.

In più, la vernice sussiste più frequentemente anche dentro le orecchie, le narici, o i genitali dove se non permangono grosse quantità fastidiose per il piccolo, non è necessario insistere per la sua eliminazione in quanto la vernice stessa tende a riassorbirsi in un paio di giorni.

È importante anche sottolineare come privare il bambino di questa sostanza per favorire un bagnetto affrettato aumenti i livelli di cortisolo, che è l’ormone dello stress, generando così un neonato teso, irrequieto, con difficoltà di attacco al seno e con una frequenza cardiaca e respiratoria aumentata poiché il suo corpo non è capace di termoregolarsi; quindi risponde malamente a brusche variazioni di temperatura che potrebbero incentivare un disperato primo incontro col mondo esterno.

Tuttavia, sussistono rare ma appurabili situazioni in cui la vernice caseosa va rimossa, e cioè nel momento in cui il liquido amniotico non è limpido ma tinto dal meconio, ovvero una sostanza di rifiuto bruno-verdastra proveniente dall’intestino fetale che viene emessa (in condizioni di normalità) al momento della nascita, ma con capacità di alterare la funzionalità immunologica della vernice caseosa contaminandola.

Infine, è buona norma ricordare che il bagnetto come ogni pratica assistenziale e clinica compiuta su una nuova vita deve avvenire con amore e delicatezza usando detergenti che rispettino il normale pH della pelle e movimenti non energici ma sostanzialmente dolci e rassicuranti.