Qualche settimana dopo il parto alcune mamme avvertono dolori associati alla sensazione di un peso o di qualcosa che scende all’interno della vagina. Stiamo parlando di prolasso uterino: ma che cos’è e quali sono le possibili cure?
Si verifica un prolasso quando l’utero si stacca dalla sua sede scendendo all’interno della vagina, a causa di un indebolimento e, di conseguenza, di un cedimento del pavimento pelvico, deputato a sorreggere l’utero e gli organi pelvici. Maggiore è la protrusione dell’utero all’interno della vagina, maggiore è la gravità del prolasso. Oltre a quelli citati sopra, tra i sintomi che possono verificarsi in questi casi, vi sono perdite vaginali, dolore durante i rapporti sessuali, dolore all’addome e alla schiena.
I fattori di rischio afferenti questo disturbo sono: il numero di parti naturali affrontati dalla donna, quindi la somma delle contrazioni durante i travagli, con bambini il cui peso supera i 3700 grammi, per gli eventuali stiramenti o traumi alla struttura pelvica; una precedente chirurgia pelvica; la predisposizione genetica alla debolezza del tessuto pelvico; l’obesità e lunghi periodi di stipsi e malattie polmonari croniche.
Come si interviene in caso di prolasso uterino? Per quanto riguarda la cura del prolasso, questa dipende dalla gravità del disturbo.
Nei casi più lievi, il medico opterà per una terapia farmacologica per migliorare il trofismo dei tessuti pelvici, spesso associata ad una ginnastica pelvica con lo scopo di rafforzare la struttura che sostiene l’utero. Nei casi più gravi sarà necessario l’intervento chirurgico.
La prevenzione resta lo strumento elettivo per contrastare il prolasso uterino. I ginecologi, ormai da tempo, da una parte sostengono una campagna volta a evitare l’insorgenza di gravidanze in donne obese, dall’altra pubblicizzano corsi specifici di ginnastica pelvica sia durante la gestazione che dopo il parto, proprio ai fini di tonificare la struttura pelvica ed evitare anche le fastidiose situazioni di incontinenza urinaria post parto.