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Perché non va tirata la pelle del pisellino del bambino

Per le mamme dei figli maschi presto si presenta un quesito a cui si cerca di dare una risposta rivolgendosi al pediatra e consultandosi fra le amiche, ovvero:-tirare o no la pelle dei genitali del bebè-. A questo dubbio genitoriale la risposta è negativa, anche se in realtà in passato, fra i pediatri, c’era l’usanza di “aprire il pisellino” fra i poppanti alle prime visite, attraverso una sorta di ginnastica prepuziale. Oggi si è compreso che questa pratica è inutile, dolorosa e potenzialmente inefficiente. Ciò perché attraverso la “manovra” il tessuto viene forzato e si possono provocare cicatrici permanenti.

L’unica cosa essenziale da fare è la pulizia costante del membro, controllando continuamente la fuoriuscita dell’urina del piccolo.

Se infatti il getto non va ad arco ma devia, o si ha un rigonfiamento del prepuzio prima dell’emissione, bisogna rivolgersi al pediatra, il quale valuterà la presenza o meno di una fimosi, decidendo così se intervenire o meno chirurgicamente.

Questa però è una costatazione prettamente medica ed essendo una questione delicata, c’è bisogno di far osservare a chi di dovere l’eventuale problematica.

Va ricordato inoltre che la natura ha predisposto tutto perfettamente e perciò se il prepuzio, cioè la pelle che ricopre il glande, è lunga e abbondante lasciando solo un piccolo foro per la fuoriuscita della pipì, è perché il pisellino del bebè non deve avere funzione procreativa e nemmeno assolvere del piacere per questo non deve essere tirata la pelle. Proprio l’aderenza fra prepuzio e glande è tale per far sì che non vi siano rimasugli di urina nel pisellino del neonato. Mentre gli accumuli biancastri o giallastri che si vedono nella parte intima si chiamano smegma e sono fisiologici , si tratta di normale secrezione prodotta dall’organo maschile.

Verrà poi ,durante la prima pubertà, il momento in cui la fisionomia anatomica genitale cambierà naturalmente, perciò non sono necessarie forzature esterne, anzi, in realtà già verso i 7-8 anni l’organo del bambino si avvicina sempre di più a quello dell’adulto. Va quindi ricordato che soltanto il pediatra valuterà il normale funzionamento della parte intima maschile e l’eventuale presenza di problematiche fisiologiche, da affrontare con cure appropriate.