foto_nonna bacia nipote piangente

Perchè i bambini non devono mai essere costretti a baciare e abbracciare nessuno

Vi è mai capitato di chiedere con insistenza a vostro figlio di dare un bacio o un abbraccio ad un parente o ad un amico di famiglia? Vi siete mai accorti di essere stati un po’ troppo incalzanti davanti alla sua avversione nel dimostrate l’affetto a comando? Oppure siete comunque convinti che salutare con affetto un parente o un amico sia un dovere che il bambino debba assolvere per risultare davvero ben educato?

La maggior parte degli psicologi e pedagoghi di tutto il mondo sostengono che quando costringiamo un bambino a compiere un atto fisico, come dare un bacio o un abbraccio, di fatto imponiamo la nostra autorità, non solo sulla sua emotività, ma anche sul suo corpo.

Il contatto è uno dei principi sui quali si basa la costruzione del legame di attaccamento, pensiamo ad esempio al rapporto madre-bambino, una relazione costituita quasi interamente sulla fisicità e la manifestazione dell’affettività.


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Esigere che un bambino, contro la sua volontà, entri in contatto fisico, seppure per un tempo limitato, con una persona, vuol dire impedirgli di esprimere la sua personalità anche attraverso il rifiuto. Alla base dell’avversione di un bambino nel compiere un gesto di affetto possono esserci diverse motivazioni: un disinteresse verso la persona, un sentimento di paura o di disgusto, oppure semplicemente la volontà di non seguire una raccomandazione che non sembra essenziale.

Quello che dovremmo fare in queste situazioni è cercare di non imporre la nostra volontà a nostro figlio e lasciare che si comporti come preferisce. Il suo potrà sembrare anche un capriccio, ma di fatto la nostra insistenza è una forma, seppur lieve, di violenza che noi esercitiamo sul suo corpo, quando gli chiediamo di entrare in contatto con una persona con la quale non vuole interagire, almeno non nei modi che gli stiamo imponendo.

Gli esperti suggeriscono di lasciare al bambino una totale autonomia di salutare nel modo in cui preferisce.

Quello che può risultare utile è, invece, suggerire ai bambini alternative di saluto, come ad esempio dare il cinque o fare un cenno con la mano. Inoltre dovremmo chiedere anche a parenti ed amici di rispettare questo nostro modo di far esprimere liberamente il bambino, senza, da parte loro, ricorrere a pressioni morali tipo: “se non dai un bacio alla nonna, la nonna non ti vuole più bene!”.

Il ricatto potrebbe funzionare, spingendo i bambini ad agire per paura di perdere l’affetto di quella determinata persona, ma ottenere un bacio con una minaccia non influirà di certo in modo positivo nella relazione con il piccolo.

Se lasceremo che i nostri figli scelgano da soli i modi e le persone alle quali esprimere la propria affettività, potremmo godere appieno del potere comunicativo di certi gesti spontanei come un bacio o un abbraccio.

Inoltre quando baciamo un bambino, soprattutto se molto piccolo, ricordiamo sempre quali siano i rischi che le nostre manifestazioni di affetto possono comportare.
Tra i 10 insegnamenti che ho ricevuto da mio figlio, quello di agire con spontaneità è sicuramente uno dei più importanti, io per prima devo ricordarlo quando penso che i suoi comportamenti a volte siano un po’ sopra le righe se decide di salutare il nonno battendo il cinque e invece vuole abbracciare il portiere del nostro condominio!