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Parto prematuro

Parto prematuro: cosa sapere

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per parto prematuro si intende il parto in cui il travaglio si verifica tra le 22 settimane di gravidanza e prima del termine fissato a 37 settimane. Esso si verifica nel 10% dei casi e la causa più riscontrabile è la rottura prematura delle membrane (PROM o pPROM); la rottura del sacco amnio-coriale può verificarsi a causa di processi infettivi o infiammatori che inficiano sulla normale evoluzione della gravidanza. Spesso la mamma infatti presenta una vaginosi batterica che è responsabile della produzione di prostaglandine che determinano la contrazione della muscolatura uterina.

Per favorire la maturazione polmonare del feto e prevenire la sindrome da distress respiratorio (RDS), tra le 24 e le 34 settimane di gravidanza deve essere somministrato un ciclo di corticosteroidi (Bentelan); in particolare questa terapia è fondamentale nei cesarei programmati in epoca precoce, mentre nel parto spontaneo si può essere meno fiscali in quanto il feto si adatta meglio alla vita extra-uterina. Tuttavia i benefici sono più dei rischi quindi la profilassi viene eseguita sempre con una buona percentuale di successo per tutti i neonati prematuri.

La diagnosi di travaglio pretermine viene fatta con la visita ostetrica, che attesta la presenza di un collo raccorciato per più dell’80%, i cui sintomi sono principalmente le contrazioni frequenti e regolari, e piccole perdite ematiche. Un test molto utile, che si può eseguire in aggiunta è quello che coinvolge la fibronectina: una proteina di adesione, normalmente collocata tra la decidua materna e le membrane fetali, e il cui dosaggio evidenzia un distacco di queste due componenti e quindi il rischio che la donna partorisca prima del tempo.

34 settimana di gravidanza

Un feto a 34 settimane ha già abbondantemente completato il suo sviluppo, anche dal punto di vista polmonare; è pur vero che quest’ultimo si completa nella maturazione enzimatica soltanto a 36 ws, ma di certo anche due settimane prima è possibile affermare con certezza che si parla di grandi prematuri, e cioè feti che hanno un buon potenziale di sopravvivenza e adattamento. Il peso si attesta già di poco oltre i 2 kg e questo costituisce un ulteriore fattore prognostico positivo per il nascituro.

25 settimana di gravidanza

La prognosi di feti a 25 settimane di gestazione, o prima, purtroppo è sfavorevole, tanto che non si parla di parto prematuro ma aborto. Il peso è insufficiente e la situazione polmonare troppo debole per potere sperare nella vita di queste piccole creature; tuttavia potrebbe vigere l’obbligo di rianimare il feto, ma non sempre, anche perché il danno neurologico è presente in più del 30% dei nati, che si attesta a poco più del 10%.

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28 settimana di gravidanza

I feti oltre le 26 settimane di solito hanno una prognosi buona; vengono trasferiti in Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) e vi rimangono fino a quando non avranno raggiunto un peso adeguato e delle condizioni generali ottimali. Il peso si attesta intorno a 1 kg e la funzionalità polmonare è discretamente sufficiente a evitare un’intubazione endotracheale nella maggior parte dei prematuri.

27 settimana di gravidanza

In caso di insorgenza del travaglio a 27 settimane o in epoche gestazionali vicine, alla mamma può essere consigliata l’applicazione di un cerchiaggio che contenga il collo dell’utero ed eviti la progressione della dilatazione; tuttavia non sembrano esserci evidenze scientifiche che supportino il riposo forzato a letto, elemento che ha caratterizzato la gestione dei travaglio prematuri degli ultimi anni. Non sembrerebbe infatti che stare a letto, e non ovviare nemmeno alle necessità più semplici (urinare autonomamente o provvedere alla cura della persona) prevenga il rischio di partorire un bambino prematuro. Chiaramente è sempre meglio evitare attività eccessivamente pesanti.

30 settimana di gravidanza

Dalla 30 settimana di gestazione la percentuale di sopravvivenza dei feti prematuri sale al 95%; tuttavia nell’assistenza rientra la somministrazione di farmaci tocolitici, con la scopo di bloccare l’attività contrattile, ma se ciò non fosse possibile i pericoli sono notevolmente ridotti a questa epoca più di quelle precedenti. Sia che si tratti di gravidanza singola o di gravidanza gemellare non è detto che si partorisca per forza spontaneamente, e questo perché il cesareo può anche essere scelto e programmato prima del termine, nei casi in cui si verifichi: distacco di placenta, polidramnios (eccesso di liquido amniotico), anidramnios (carenza di liquido amniotico), gestosi, iposviluppo fetale con alterazione dei flussi del nascituro.

A che settimana sono

Per capire a quante settimane di gestazione si è arrivate, basta calcolare l’amenorrea e cioè l’assenza del ciclo, che per convenzione inizia dal primo giorno dell’ultimo ciclo mestruale accertato. Esistono in commercio o tramite applicazioni per smartphone moltissimi regoli ostetrici alla portata di tutte.

A quante settimane si partorisce? Di norma nessuno sa quando si partorirà, ma di certo esiste una certa varietà percentuale tra le 37 e le 42 ws per i parti spontanei, e le 38-39 ws per i cesarei programmati. Come si partorisce prima? Per evitare di incorrere in una gravidanza protratta esistono diversi metodi che facilitano l’insorgenza delle contrazioni: il rilassamento anche attraverso un bagno caldo, i rapporti sessuali completi, i massaggi, e il vecchio olio di ricino che va però utilizzato con moltissima cautela.