Parto podalico: cosa sapere
Il parto podalico si verifica tutte le volte in cui il feto confronta con il bacino materno non la testa, come accade nel 95% dei casi, bensì le natiche o i piedi. Il feto podalico, di norma, intorno alle 30-32 settimane di gravidanza dovrebbe girarsi da solo e mettersi in una condizione più favorevole per l’attraversamento del canale del parto; se così non fosse, esistono diverse manovre più o meno invasive che possono essere eseguite con successo.
La prima è la moxibustione, una pratica della Medicina Cinese messa in atto dalle 33 settimane fino alle 36, che consiste nell’usare un cono/sigaro di un’erba, chiamata Artemisia Vulgaris, che si fa bruciare in prossimità dalla porzione esterna del quinto dito del piede; essa è una pratica innocua e di competenza ostetrica. La seconda è il rivolgimento per manovre esterne, o versione cefalica, che viene praticata dal medico ginecologo nell’arco di un paio d’ore; sotto guida ecografica, e in alcuni centri anche con l’ausilio dell’analgesia peridurale, si tenta di girare il feto gradualmente e delicatamente, generando nella mamma un intenso fastidio e a volte anche dolore. Il rivolgimento può essere rischioso nei casi in cui si verifichi un travaglio di parto prematuro, motivo per cui si fa tra le 34 e le 35 settimane di gravidanza, quando il feto è già maturo abbastanza da poter affrontare un’eventuale e inevitabile nascita prima del tempo. Quindi partorire a 35 settimane, nel caso in cui fallisca ogni terapia tocolitica, è possibile e meno rischioso di altre epoche di prematurità marcata.
36 settimana di gravidanza
Intorno alle 36 settimane di gravidanza il feto è grande abbastanza e difficilmente è possibile muoverlo dalla posizione che ha assunto fino a quel momento. Ecco il motivo per cui ogni tentativo di modificare la sua presentazione viene compiuto prima di questa epoca. Inoltre, se si evidenza il liquido amniotico ridotto il tutto è reso ancora più difficoltoso, perché esso rappresenterebbe un buon mezzo per facilitare i movimenti fetali, in quanto è più facile muovere un corpo immerso nell’acqua piuttosto che in una situazione dove l’attrito è maggiore, insieme al rischio di compromettere anche organi materni. Tuttavia, è possibile adottare alcune posizioni materne consigliate dall’ostetrica, che con l’ausilio di alcuni cuscini e tanta pazienza, potrebbero consentire un rivolgimento naturale del feto a qualunque epoca gestazionale.
Natiche
Nel podalico la varietà natiche si verifica quando all’ingresso pelvico troviamo il sederino con le gambe che sono rivolte verso l’alto o incrociate; di tutte, essa è quella più favorevole per un parto naturale perché si registra una minore incidenza di traumi a carico di mamma e bambino, in quanto la graduale progressione del podice facilita l’espulsione, anche senza ricorrere a particolari manovre operative.
Podalico
Il significato di podalico è tutto ciò che è posizionato al di sotto della fossa iliaca del nascituro, ovvero la porzione sotto ai fianchi. La presentazione podalica, in tutte le varianti possibili, è giustificata da alcuni fattori: parto prematuro e quindi il feto a 30 settimane, ad esempio, non ha il tempo materiale di girarsi; ridotto liquido amniotico o al contrario se ne abbiamo in eccesso, il piccolo ha la possibilità di girarsi continuamente senza mai assumere una posizione definitiva e stabile; anomalie nella morfologia uterina; e infine la gravidanza gemellare.
Posizione fetale
A partire dall’ecografia morfologica è possibile avere un’idea della presentazione del feto, la famosa posizione fetale, a questa epoca di solito podalica. A quante settimane si fa la morfologica? Di solito tra le 19 e le 21 settimane, e quindi è troppo presto per fare una valutazione oggettiva di come sarà il feto a termine: podalico o cefalico.
Partorire per via naturale è possibile, ovviamente l’incognita è la presenza di un’equipe ostetrica e ginecologica preparata a ogni evenienza e che sia capace di fornire un’assistenza su misura per un parto podalico. Il motivo per cui oggi si offre il cesareo programmato è proprio questo: sono ormai pochissimi i professionisti che sono in grado di assistere un podalico perché è difficile comprendere i tempi di un parto al contrario. Il bambino podalico necessita di meno assistenza di un feto di vertice, il che sembra assurdo, ma non del tutto, visto che rispettare i tempi di ogni feto significa evitare manovre affrettate che potrebbero generare complicanze altrimenti mai rilevate.
A quante settimane si programma il cesareo? Di solito 39 settimane, ed è possibile partorire spontaneamente a qualunque epoca, proprio come accade per i cefalici. Se la mamma non dovesse sentirsi pronta a intraprendere questo cammino, già a 37-38 settimane di gravidanza è bene programmare un intervento in elezione, perché il piccolo, ormai cresciuto, difficilmente si girerà in prossimità del termine.