Il parto è un momento unico e speciale, da condividere insieme alla persona che si ama. Tuttavia, non sempre è cosi. A causa di smartphone e tablet, infatti, i futuri padri rischiano di non concentrarsi su quello che sta accadendo, e cioè la nascita del loro bambino. Ecco perché ogni tipo di apparecchio elettronico dovrebbe rimanere fuori dalle sale parto.
Ne è convinto Maurizio Gnazzi, il segretario regionale Lazio dell’Associazione italiana ostetriche (Aio) e ostetrico dell’Ospedale Cristo Re di Roma. L’esperto ha analizzato che, un po’ per distrarsi dallo stress, un po’ per metabolizzare l’ansia o ancora per immortalare il momento, “oltre la metà dei papà resta attaccato al telefonino o al tablet anche durante le fasi ‘clou’, mentre invece il loro supporto sarebbe cruciale per la compagna che sta partorendo“.
Solo la scarsa metà dei papà ha il buon senso di “disattivare i dispositivi quando arriva il momento del parto, mentre oltre il 50% continua a usarli”, continua Gnazzi. Carlo Piscicelli, primario di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale, aggiunge che la presenza di un marito o compagno che utilizza il telefonino e che riprende con la videocamera il momento può essere negativa e non d’aiuta alla futura mamma.
“Per questo noi cerchiamo di dare all’uomo dei piccoli ‘compiti‘ durante il parto, come massaggiare la schiena della donna, che si rivelano utili e aiutano a mantenere un clima di serenità“, sintetizza il dottore.
Non bisogna demonizzare la tecnologia, purché questa venga utilizzata nella giusta misura. “Un travaglio può durare anche 12 ore – conclude Gnazzi – Trascorrere, quindi, qualche minuto al telefono per comunicare con i parenti o per distrarsi non è certo un male. Ma non bisogna esagerare“.