foto neonato ospedale

Parto indotto: quando è previsto e quali sono le procedure

Parto indotto: cos’è e quando è necessario

Il parto indotto in gravidanza è previsto in alcune circostanze per salvaguardare la salute della mamma e del bambino. Dunque ha l’obiettivo di velocizzare il parto, o comunque di favorire il travaglio senza attendere le tempistiche “naturali”. L’induzione al parto non è sicuramente il sogno delle donne in dolce attesa, che in realtà vorrebbero che avvenisse tutto in maniera naturale, quando il bambino è pronto a nascere. Purtroppo però in alcune occasioni questo non è possibile e dunque la medicina viene in soccorso delle mamme e dei loro bebè. Scopriamo quando viene prevista l’induzione e quali sono le cause che portano a questa decisione da parte del personale medico che ha in cura la gestante. Inoltre vediamo anche quali sono le procedure utilizzate per indurre il parto.

Induzione al parto: quando viene effettuata?

Si opta per un parto indotto quando in qualche modo la salute della mamma e/o del bambino sono a rischio per un particolare motivo. Si sceglie quindi di indurre il travaglio nella donna così da favorire la nascita del bambino senza aspettare i tempi naturali. In genere, le situazioni in cui si prevede l’induzione sono diverse. Tendenzialmente si programma l’induzione quando la gravidanza raggiunge le 41 settimane. Altra circostanza che prevede la messa in atto di una di queste procedure è la rottura delle acque senza avvio del travaglio. Ci sono inoltre delle patologie relative alla gravidanza, come ad esempio la gestosi e il diabete gestazionale, in presenza delle quali si preferisce programmare la data del parto. Questo perché si vuole salvaguardare la salute di entrambi. Dunque, l’induzione viene di solito programmata  in presenza di particolari situazioni ed è importante che la donna sia informata adeguatamente rispetto alle procedure. Nel video che segue, la Dott.ssa Francesca Ceroni spiega in quali casi si esegue il parto indotto.

Parto indotto procedure: scollamento delle membrane e fettucce di prostaglandine

Sono diverse le procedure che consentono di indurre il parto. Non tutte prevedono l’utilizzo di farmaci, ma anzi ce ne sono alcune “manuali”. Di solito per accelerare il parto al termine della gravidanza, si procede con lo scollamento delle membrane. E’ una manovra di tipo medico attraverso la quale si scollano dalla superficie del collo dell’utero le membrane, senza però romperle. Ad effettuare questa procedura possono essere l’ostetrica o il ginecologo. Per poter procedere con questo passaggio, è necessario che il collo dell’utero sia già un po’ dilatato. Per alcune donne lo scollamento delle membrane è risultato doloroso o comunque molto fastidioso. L’obiettivo è quello di portare alla produzione di prostaglandine da parte del corpo, ovvero l’ormone che assottiglia e ammorbidisce il collo dell’utero. Entro circa 48 ore dovrebbe iniziare il travaglio, oppure si procede con altre tipologie di induzione al parto. Altro metodo per favorire l’avvio del travaglio è l’inserimento, all’interno della vagina, di fettucce di prostaglandine. Questa procedura si effettua in ospedale. Le fettucce in questione rilasciano gradualmente l’ormone. In seguito la donna in gravidanza viene monitorata costantemente, per valutare le condizioni di salute del bambino con l’arrivo delle contrazioni.

foto donna incinta culla

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Induzione al parto, procedure: catetere di Foley, rottura delle membrane e ossitocina

Ci sono altri metodi per indurre il travaglio e per favorire il parto al termine della gravidanza. Una delle procedure è il catetere di Foley, il quale si inserisce per via trans-cervicale. Raggiunge quindi la parte superiore dell’utero per poi essere gonfiato con della soluzione fisiologica. In questo modo si favorisce la maturazione del collo dell’utero. Altra procedura “manuale” è la rottura delle membrane. Questo metodo si pratica di solito a travaglio già avviato, con collo dell’utero dilatato. Si tratta della più conosciuta “rottura delle acque“, a seguito della quale le contrazioni possono diventare più dolorose. Infine c’è l’ossitocina, uno dei metodi per il parto indotto più conosciuti. Consiste nella somministrazione alla donna dell’ossitocina in forma sintetica, ormone in grado di stimolare le contrazioni. Il bambino viene monitorato continuamente in quanto le contrazioni diventano più frequenti e forti.

foto pancia gravidanza rosa

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