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Parto indolore con la tecnica dell’ipnosi

C’è chi si affida al gas esilarante o alla fitoterapia per riuscire ad avere un parto meno doloroso, e chi invece prende la decisione di ricorrere all’ipnosi, proprio come tecnica da usare durante il travaglio e le spinte finali, imparando non ad eliminare il dolore, ma a modularlo.

Praticamente, attraverso il giusto supporto psicologico, la paura del parto viene vinta, infatti lo scopo non è quello di cancellare il dolore, ma di insegnare alle future mamme di assecondarlo.

Così, prima della data presunta della nascita del bebè, si possono seguire degli incontri di gruppo o individuali, con degli specialisti del settore, capaci di liberare la mente da ansie e da problematiche sociali. Viene quindi introdotta gradualmente l’induzione ipnotica, capace di creare nella gestante un rilassamento fine all’alterazione della percezione stessa che diverrà poi totale.

Durante queste sedute preparatorie si svolgono esercizi di respirazione e rilassamento e al contempo si impara anche ad accelerare la fase di travaglio con esercizi mirati ad agevolare la dilatazione dell’utero e del perineo. Nel corso, l’esperto guida le donne a seguire delle immagini mentali di benessere che inducono ad uno stato di pace interiore. Alla fine di ogni seduta le future madri compiono una sorta di gesto di chiusura simbolico, cioè appoggiare la propria mano sulla pancia, che sarà come un’interruttore capace di ricreare autonomamente l’autopinosi.

Per mettere in pratica l’autoipnosi servono circa 8 incontri a partire dal settimo mese di gravidanza, e le sedute, insegnate da un medico esperto, durano circa mezz’ora, così la donna, una volta imparata la tecnica, non avrà bisogno in sala parto dell’ipnotista, ma sarà capace di farlo da sola. Ecco quindi perché questa metodica risulta priva di controindicazioni.

Perciò, dopo aver seguito il corso di autoipnosi, la gestante quando avvertirà le prime contrazioni, potrà eseguire da sola già da casa le prime tecniche, che proseguiranno poi fino all’arrivo in ospedale. Il giorno del parto, infatti, entrando in uno stato di “trance“, la partoriente avvertirà così le contrazioni e la fase espulsiva in modo alleviato.