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Parto in posizione verticale: vantaggi e svantaggi

È un dato di fatto: spesso, gli ambienti ospedalieri “obbligano” la donna a partorire nella classica e scomodissima posizione litotomica, meglio conosciuta come posizione ginecologica. Ma sappiamo che esistono tantissime posizioni per partorire? E soprattutto la posizione verticale potrebbe senz’ altro rappresentare la “via” per partorire in modo più naturale e intelligente.

I vantaggi della posizione verticale sono diversi e possono essere analizzati singolarmente, per poterne capire l’ efficacia.

Innanzitutto, la forza di gravità esercitata dall’alto verso il basso non può far altro che essere d’ausilio alla posizione verticale, rispetto a quella orizzontale attraverso la quale in realtà ci si “scontra” addirittura con questa forza, andando contro natura.

Nella posizione verticale, specie nel caso in cui si decida di sollevare una o l’altra gamba, si aumentano notevolmente i diametri del bacino (1-1,5 cm, soprattutto quello antero-posteriore) e nella fattispecie non si verifica una compressione della sinfisi pubica, che invece in posizione verticale offre maggiore passaggio nel canale del parto (fenomeno della nutazione).

Inoltre, la posizione verticale favorisce l’innesco e il rafforzamento graduale delle contrazioni uterine e l’avanzamento della dilatazione, rispetto alla posizione orizzontale. Il dolore risulterebbe persino maggiormente sopportato e sopportabile.

Sappiamo che per ridurre le lacerazioni (e specialmente il “pericolo” di episiotomia), i tessuti perineali devono essere ben distesi ed elastici. Infatti, la posizione verticale garantisce la possibilità di preparare tutto il perineo e non coinvolge esclusivamente la parte inferiore dello stesso, come invece avviene nelle posizioni orizzontali.

Naturalmente, la posizione verticale non comprime i vasi (come la vena cava inferiore) che possono garantire il nutrimento fetale, evitando stati di sofferenza.

Ma quali sono, invece, gli svantaggi della posizione verticale? Sicuramente deve essere considerato che un travaglio lungo e sfiancante, non sempre rende la donna carica e ricca di energie nel momento del parto, soprattutto se il coinvolgimento emotivo è elevato.

D’altro canto, per assurdo, quello che si pone come elemento negativo potrebbe inserirsi tra gli svantaggi della posizione verticale. Stiamo parlando della “comodità” per gli operatori della posizione orizzontale e non di quella verticale, proprio perché a volte la tempestività dell’ intervento è facilitata in posizione litotomica. In realtà, l’ uso di ventosa ostetrica o di manovre particolari (per ritardata espulsione o anche per distocie) dovrebbe essere ridotto nelle posizioni verticali.

Lo svantaggio più grande della posizione verticale, inoltre, riguarda proprio il non essere (soprattutto nei nostri ospedali e nella “cultura ostetrica” diffusa nell’ area mediterranea negli ultimi secoli) socialmente riconosciuta come valida, e quindi non sempre vede donne o coppie collaboranti nell’ applicare questo metodo.

Nonostante ciò è sempre opportuno cercare di trovare una posizione e dei metodi che possano congiungere tanto l’ ambiente ospedaliero (con la strumentazione a disposizione) con il benessere fisico ed emotivo della mamma, cercando di considerare tutti i pro e i contro e adattarli alla nuova mamma che sta per vivere il viaggio più forte e intenso che possa esistere: quello verso la maternità.