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Parto in acqua: cosa c’è da sapere

Sono molte le mamme che preferiscono partorire il proprio bambino in maniera naturale ma del tutto nuova: il parto in acqua è un fenomeno in crescita, tanto che le ultime statistiche sull’argomento affermano che una donna su dieci decide di far nascere il proprio figlio in acqua, e i dati futuri affermano che si arriverà addirittura ad una mamma su cinque, in modo da trarne dei benefici lei stessa, ma anche il suo bambino.

Parto naturale in acqua

Perché partorire in acqua? L’uso di una vasca di acqua tiepida per il travaglio ed il parto è nato in tempi relativamente recenti in occidente, quando nel 1960 l’ostetrico francese Laboyer sperimentò la pratica di immergere subito i neonati in acqua calda, dopo essere usciti dall’utero materno, per far sì che il passaggio dal grembo della mamma al mondo esterno non fosse troppo traumatico. I motivi che spingono a questa scelta possono essere molteplici, ma soprattutto, come prima cosa, c’è il fatto di poter partorire in maniera assolutamente naturale e potenzialmente meno dolorosa rispetto al classico lettino di ospedale.

Partorire in acqua, pro e contro

Perché potenzialmente il parto in acqua è meno doloroso? Perché l’acqua, indubbiamente, apporta al corpo umano una serie di benefici rilassanti, che vanno ad attivare ormoni con effetto antidolorifico; si rilasciano endorfine, analgesici naturali prodotti dall’organismo; inoltre, come è noto a tutti, l’acqua dona un’assenza di peso che è piacevole e, ad una temperatura di 30 gradi, dà quel senso di benessere e tranquillità, svolgendo una preziosa azione anti-ansia ed anti-stress. Tuttavia, è sbagliato pensare che il parto in acqua abbia solo aspetti positivi: esistono infatti una serie di controindicazioni. Se abbiamo già spiegato quali sono gli effetti benefici per la mamma, e conseguentemente per il bambino, che subirà un trauma più lieve dal passaggio dal liquido amniotico all’acqua calda, occorre sapere innanzitutto, se si è idonee ad affrontare un parto del genere. Ovviamente la percezione di dolore è soggettiva, per cui non bisogna confondere il parto in acqua come garanzia di assenza di dolore; bisogna essere assolutamente in buona salute, e rispettare il tempo fisiologico del parto, che deve essere singolo.


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Un parto gemellare è quindi impraticabile in acqua, cosi come nel caso in cui il travaglio sia indotto. Anche se il piccolo è podalico, cioè seduto nel grembo, o ci sono segni di sofferenza fetale, è sconsigliato questo tipo di parto naturale.

Ovviamente partorire in acqua, è bene ricordarlo, non significa far nascere il proprio bambino in casa, ma esistono delle cliniche attrezzate dove la mamma che è interessata può informarsi ed eventualmente frequentare anche corsi di preparazione ad una delle esperienze più belle della sua vita.

Parto in acqua video

Cosa significa partorire in acqua? Cosa si vive esattamente durante il parto in acqua? Ecco qui tre video sul parto in acqua che valgono più di mille parole. Buona visione!