“La madre ha diritto ad un buon parto e il neonato ha il diritto ad una buona nascita” è il motto di Frédérick Leboyer, famoso ostetrico e ginecologo francese nato nel 1918 ma con idee del tutto innovative. Proprio lui si è fatto portatore del concetto di un parto senza violenza, il cosiddetto parto dolce.
Il metodo Leboyer richiede un approccio non tradizionalista e demedicalizzato in cui il neonato possa essere subito catapultato in un mondo pieno d’ amore e scevro da tutti i possibili stimoli inutili e dannosi.
Un mondo nuovo, “morbido” e sereno in cui al primo posto viene messo il benessere del nuovo nato. “Per una nascita senza violenza” è il titolo di una delle più importanti opere dell’ ostetrico, all’ interno delle quali si affronta il dibattito del parto e della nascita, accolto e seguito da cliniche ed ospedali in tutte le parti del mondo.
Leboyer, con il suo metodo, ha descritto dettagliatamente alcune condizioni da seguire per un parto dolce:
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Tra gli altri pensieri di Frédérick Leboyer se ne mettono in evidenza alcuni con cui essere più o meno d’ accordo: da una parte, ad esempio, egli vietava l’ accesso nella sala parto ai papà e agli uomini in generale, proprio perché valutava il parto come un’ esclusiva appartenente al mondo femminile, un cammino mistico per la maternità ed unicamente per la donna ed il neonato. Come se gli uomini non possano immedesimarsi totalmente e provare empatia per un’ esperienza di tale calibro.
D’ altro canto, essendo Frédérick Leboyer difensore della naturalità del miracolo della nascita, opponeva totalmente le sue idee all’ uso dell’ epidurale: l’ analgesia intrapartum costituisce una barriera tra la mamma e il neonato, tra il dolore del travaglio e la gioia della nascita.
Non resta che concludere con una bellissima citazione del medico e accanito sostenitore del parto dolce, con la speranza che anche uno tra questi messaggi possa essere recepito e messo in atto da chi si occupa dell’ assistenza al parto, mantenendo sempre forti attenzioni sia per il neonato che per il sostegno emotivo della madre.
“Lasciatelo stare. Lasciatelo fare. Lasciategli il tempo. Il sole si alza forse di colpo? Tra il giorno e la notte non indugia forse l’alba incerta e la lenta, maestosa gloria dell’aurora? Lasciate alla nascita la sua lentezza e la sua gravità”.