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Parto accelerato con ossitocina: 5 cose da sapere

Molto spesso, per motivazioni di natura clinica, la donna vive un travaglio che viene indotto o accelerato con tecniche farmacologiche. Può essere utilizzata l’induzione con prostaglandine se non vi è alcuna modificazione del collo dell’utero o provare con l’infusione di ossitocina, consigliata solo nel momento in cui esiste una precisa maturazione cervicale.

Ma sappiamo proprio tutto sull’ossitocina che viene utilizzata in sala parto?

  1. L’ossitocina non è altro che un ormone già prodotto dal nostro corpo, a livello dell’ipofisi (una ghiandola situata proprio nel nostro cranio) e la cosa interessantissima è che nel corso di un travaglio, anche indotto farmacologicamente, aumentano a livello del tessuto uterino i recettori dell’ossitocina, così che possa esserci una maggiore reattività e risposta contrattile rispetto allo stimolo ormonale o farmacologico (in entrambi i casi rispetto all’ossitocina).
  2. L’ossitocina che induce il travaglio viene somministrata per via endovenosa, offrendo regolarità alle contrazioni e delineando la strada precisa del travaglio. Inoltre, lentamente aumenterà grazie all’ossitocina l’intensità delle contrazioni, facilitando la progressione della testa fetale ;
  3. Quando si induce il travaglio con l’ossitocina per via endovenosa, deve esserci un’attenzione particolare nei confronti dell’infusione. Infatti, la somministrazione deve essere effettuata goccia a goccia, facendo in modo che si adatti la corretta dose alle esigenze materne senza mettere in pericolo il feto.
  4. La somministrazione di dosi eccessive di ossitocina può provocare un’ iperstimolazione uterina che può indurre delle forme di sofferenza fetale o può condurre ad ipertono uterino. Tutto deve essere tenuto sotto stretto controllo cardiotocografico (in continuum), valutando eventuale insorgenza di decelerazioni del battito cardiaco fetale o restringimenti della variabilità della frequenza cardiaca fetale.
  5. Mentre un travaglio senza infusione di ossitocina è un travaglio fisiologico, nel momento in cui si decide di indurre o accelerare lo stesso in modo farmacologico, ci si allontana dalla fisiologia e ci si avvicina verso situazioni che potrebbero essere più stressanti per il feto, nonostante l’ostetrica veglierà sull’andamento del travaglio e valuterà il momento in cui avvertire il medico specialista di possibili mutamenti, soprattutto in relazione allo stato di benessere fetale.