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Pagare per partorire in casa? No, grazie

L’Italia è un paese pieno di contraddizioni. Si parla tanto dell’esigenza di non medicalizzare il parto, si incoraggiano le donne ad assecondare la natura, si dice loro che possono farcela da sole, che in loro è innato il potere di trasmettere la vita, tutte cose sagge, vere e giuste. Allora a questo punto ci convinciamo (o ci convincono) che la miglior cosa sarebbe partorire a casa, nell’intimità delle proprie mura, lontane dalla fredda atmosfera ospedaliera. Riflessione più che giusta. Poi però accade una cosa strana.

Quando siamo cariche, motivate, piene di fiducia in noi stesse per assecondare a pieno la naturalezza dell’evento e decidiamo per il parto in casa, ecco che magicamente ci vien presentato “il preventivo”. Non so se siete al corrente dei costi di un parto in casa, ma sono a dir poco proibitivi per la maggior parte delle donne Italiane specie ora in tempo di crisi.

Ma anche se si trattasse di pochi spicci e più la presa in giro che infastidisce. Sorge allora qualche domanda. “Se farò tutto da sola a casa mia perché devo pagare 3.000 euro?”. Per l’assistenza? Se l’assistenza non praticherà atti medicali, quindi si limiterà a darmi il sostegno psicologico o a dirmi come respirare o come spingere, non basta frequentare un buon corso pre-parto, ascoltare il mio corpo e tenere la mano alla mia mamma??

Le domande ovviamente sono retoriche e la risposta è no. Non si può partorire da sole. Non alla luce delle conoscenze attuali, dei rischi e delle complicanze. Sarebbe un gesto molto incosciente. La figura dell’ostetrica ha un ruolo e delle responsabilità nel controllare che tutto evolva per il meglio e nel riconoscere in tempo eventuali complicanze. Difatti, si fa pagare profumatamente queste responsabilità. Ma il punto non cambia.

L’assistenza al parto naturale a casa dovrebbe essere garantita nei LEA (livelli assistenziali di base) a tutte le donne che lo desiderano, non solo a chi se lo può permettere o a chi si fa in quattro per garantire il meglio a sé e al suo bambino. Non è giusto speculare su questo. Se in ospedale l’assistenza al parto non si paga (salvo scelte individuali), non vedo perché una donna dovrebbe pagare per partorire a casa sua. Se vogliamo ritornare alla naturalezza dell’accompagnamento alla nascita, questo deve avvenire entro i costi del sistema sanitario, non a spese del singolo cittadino. Le ostetriche per i parti a domicilio dovrebbero essere ostetriche dedicate a questo e stipendiate dall’ospedale di riferimento.

Se tutte le donne potessero scegliere (senza pagare) tra ospedale-clinica-casa nascita o casa propria scommetto che sceglierebbero casa propria. Questo eviterebbe davvero la medicalizzazione, abbatterebbe i costi sui ricoveri e fermerebbe questo business vergognoso del parto in casa a pagamento.