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Metodo Gordon: cos’è e come funziona

Vi piace la musica? Avete mai pensato di far studiare musica al vostro bambino fin da piccolo? Allora, se ancora non lo conoscete, dovete assolutamente sperimentare il metodo Gordon!

Metodo Gordon musica bambini

La Music Learning Theory di Edwin E. Gordon non è, in realtà, un metodo, ma una teoria dell’apprendimento musicale rivolta in particolare a neonati e bambini fino a 6 anni, che spiega in che modo l’essere umano impara la sintassi del sistema musicale in nasce e vive.

La Music Learning Theory ha come obiettivo quello di potenziare le capacità dello sviluppo della musicalità nel bambino, partendo dal presupposto che la musica può essere conosciuta ed imparata secondo gli stessi meccanismi di apprendimento della lingua materna, in quanto è uno dei tanti linguaggi con cui si può interagire e comunicare con gli altri.

Le ricerche di Gordon dimostrano che l’attitudine musicale, innata in ogni individuo, si sviluppa nei primi anni di vita a contatto con l’ambiente musicale in cui vive, è per questo che, per sviluppare il senso della sintassi musicale, premessa indispensabile per la successiva istruzione formale, il bambino dovrebbe essere avvicinato alla musica fin dai primi giorni di vita.

Il lavoro sulla didattica musicale di Gordon si basa su un concetto al quale ha dato il nome di audiation, cioè l’insieme dei processi che, coinvolgendo mente e corpo, permettono la comprensione della musica e l’acquisizione delle competenze musicali. Per mezzo di tali processi cognitivi riusciamo ad attribuire significati ai suoni all’interno del linguaggio musicale.

Lo sviluppo di competenze di audiation rende lo studio della musica più stimolante, attiva il piacere della conoscenza e dell’espressività e facilita la coordinazione tra la voce e lo strumento.

Secondo Gordon, il bambino sin dalla nascita deve essere immerso nella musica così come si fa con il linguaggio parlato, nel quale il genitore non semplifica le frasi, ma usa anche periodi molto complessi per comunicare con lui. Il bambino impara a parlare e a comunicare naturalmente e solo dopo, impara la lettura e la scrittura.

I metodi più tradizionali di insegnamento della musica partono dal pentagramma, e dai diversi codici musicali. Secondo la Music Learning Theory, invece, questa dovrebbe essere la fase successiva dell’apprendimento musicale che in primis si basa sulla formazione di strutture e processi mentali in grado di permettere la comprensione della musica, esattamente come nel linguaggio parlato.

I corsi di Musica in fasce basati su questa teoria accolgono bambini piccolissimi con i loro genitori che sono parte attiva nella lezione. L’educatore canta melodie particolari, senza parole ma solo sillabe musicali per mantenere l’attenzione del bambino sul suono. Le melodie utilizzate non sono solo tonali ma ci sono varie scale modali, al fine di aprire la mente del bambino alle infinite possibilità della musica.

L’aspetto fondamentale di questi incontri è la libertà lasciata al bambino nel vivere la melodia e in particolare il silenzio, che viene creato tra una strofa e l’altra. Questa pausa è il momento in cui i bambini di solito reagiscono allo stimolo musicale, con la voce, con un battito, con un vagito, con qualsiasi espressione corporea che l’insegnante, a sua volta rielabora creando così una comunicazione musicale fondamentale per l’apprendimento di questo linguaggio e per la costituzione del pensiero musicale.
Durante questi corsi di solito non vengono usati strumenti da suonare e far suonare ai piccoli allievi, sono solo l’uso della voce e del corpo in movimento, che rappresentano questa metodologia che si focalizza nei concetti di guida informale ed educazione più che di insegnamento.

La teoria di Gordon è spiegata con argomentazioni scientifiche e indicazioni pratiche in uno dei suoi libri più importanti “A music learning theory for newborn and young children, pubblicato nel 2003 in Italia con il titolo “L’apprendimento musicale del bambino dalla nascita all’età prescolare”.

Il lavoro di Gordon colma un vuoto nel campo dell’apprendimento musicale, allineandosi a pensatori come Montessori, Pikler, Goldschmied e Steiner che hanno sostenuto una visione del bambino capace di apprendere in autonomia la realtà, in un contesto di rispetto dei suoi tempi e di comunicazione affettiva.

Passare anche in musica dalla considerazione di semplice intrattenimento e dall’idea del saggio di abilità acquisite, alla promozione dello sviluppo musicale del bambino nel rispetto dei suoi naturali processi di apprendimento, rappresenta senza dubbio un contributo fondamentale in grado di cambiare molte cose nel campo della didattica musicale.