Il sesso del bambino, si sa, è determinato al momento della fecondazione dal gamete maschile, ovvero quello paterno; la sua scoperta, poi, viene fatta in gravidanza attraverso analisi prenatali poco invasive (ecografia) o più specifiche.
Tuttavia le metodiche passate, o popolari di un tempo, sono sempre affascinanti e divertenti. Infatti per capire il sesso del bambino si osservava la pancia della mamma, che se era a punta era maschio, o tonda femmina; oppure ancora si credeva che il modo di dormire o di dare la mano fossero metodiche efficaci.
Durante il II trimestre il senso di fame cresce progressivamente nella futura mamma; una delle motivazioni più plausibili riguarda il maggiore accrescimento fetale in utero, e quindi la necessità di un sostentamento più intenso.
Oppure dopo il I trimestre, essenzialmente caratterizzato da sintomi fastidiosi come nausea e vomito, la donna torna ad avere appetito. I primi mesi difficilmente una futura mamma prende peso, poiché il dimagrimento è dovuto a un’assenza del senso di fame e a sintomi gastro-intestinali che la indeboliscono.
Nello specifico, donne che assumono in media il 10% in più di calorie, e l’8% in più di proteine, aspettano possibilmente un maschietto. La scoperta è stata fatta da un tema di ricercatori, congiunti tra Svezia e Stati Uniti d’America; quest’ultima spiegherebbe anche il perché i bambini alla nascita pesino di più delle bambine.
Lo studio è stato condotto da Dimitrios Trichopoulos, epidemiologo presso la Harvard University; il campione studiato era di circa 250 donne e i risultati sono stati pubblicati sul “British Medical Journal”. In sostanza se si mangia di più in gravidanza si aspetta un maschio, e ciò dimostra anche gli evidenti dimorfismi uomo-donna.
L’osservazione del ricercatore è stata fatta dalla gravidanza al termine, osservando come il desiderio di zuccheri e grassi fosse maggiore nelle gestanti in attesa di maschietti.
Perché chi aspetta un maschio mangia di più? Il feto, in utero, libera il testosterone, un ormone androgeno, ovvero tipicamente maschile; in tale circostanza, però, il suo rilascio media una maggiore richiesta di cibo alla propria mamma. In poche parole è il piccolo che chiede alla gestante un maggiore apporto di nutrienti.
Secondo gli esperti, per fortuna, mangiare di più non vuol dire ingrassare; infatti, alla nascita, dopo aver partorito, la donna perderà questo surplus calorico, che però rimarrà un patrimonio per il proprio bambino (dalla vita embrionaria a quella extra uterina di tutti i giorni.