foto_bimbi con giochi femminili

Maschietto che gioca con le bambole: cosa deve fare il genitore

Per quanto possiamo definirci genitori aperti o moderni, se nostro figlio preferisce giocare con le bambole piuttosto che con le automobiline o con un pallone queste sue scelte possono destarci delle preoccupazioni. Che tali turbamenti nascano da nostri preconcetti o siano suscitati da qualche battutina da parte di parenti o amici, non fa differenza, i giochi che nostro figlio sceglie per giocare non determinano la sua identità sessuale.

Come genitori ed educatori non dobbiamo farci turbare da alcuna preoccupazione: le propensioni per i giochi femminili rispetto a quelli maschili non sono connesse ad una incomprensione delle differenze di genere. Se nostro figlio gioca con i giochi “per le femmine” non vuol dire che non si senta un maschietto né che voglia o vorrebbe essere una femminuccia.

Vista la delicatezza di questa tematica, per non urtare la sensibilità di nessuno, partiamo dal presupposto che siamo tutti d’accordo sul fatto che essere gay non sia una malattia, né una colpa, né vogliamo, in questo breve articolo, discorrere su principi etici riguardo la sessualità.

Postuliamo di essere tutti noi genitori aperti e attenti, che nessuno di noi voglia fare il moralista, né l’anticonformista, ma semplicemente tutti facciamo del nostro meglio sempre per il bene dei nostri figli, la loro felicità ed il loro benessere emotivo.

Per nostra fortuna, nella maggior parte del nostro paese, non ci sono più grandi differenze tra l’educazione di un maschio e quella di una femmina.


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La maggior parte dei genitori ha abbandonato la concezione più tradizionalista di un’educazione basata sulla differenza di genere e adotta metodi educativi che sono basati sulla trasmissione di principi etici comuni. Tuttavia, può accadere anche che, qualche volta, pur partendo da tali presupposti, queste dichiarazioni di principio vengano contraddette da alcune nostre aspettative inconsce. In questi casi anche il genitore più attento e sostenitore della parità dei sessi, potrebbe, senza accorgersene, comunicare al proprio figlio messaggi più “tradizionali”.

Condizioniamo i nostri bambini nella scelta dei vestiti, in quella dello sport e talvolta persino nell’acquisto dei giocattoli. Se è vero che la maggior parte delle bambine preferiscono giocare con le bambole e i maschi con le macchinine o col pallone, non dobbiamo spaventarci se nostro figlio decide di fare scelte diverse.

Le preferenza dei nostri figli sono determinate, oltre che dalle loro inclinazioni personali, anche da molteplici aspetti culturali, sociali ed antropologici. L’educazione che trasmettiamo loro, le amicizie, i sentimenti che un determinato gioco permette loro di manifestare (l’aggressività, piuttosto che la sensibilità o la voglia di comunicare), i messaggi pubblicitari in tutte le loro varie forme, tutte queste variabili condizionano le loro scelte.

Abbiamo già parlato dell’importanza del gioco nell’infanzia sia per lo sviluppo psicomotorio che per l’affermazione della personalità del bambino.

Se a nostro figlio piace giocare con le bambole o con le pentoline, dovremmo cercare di non ostacolarlo manifestando qualsiasi forma di disapprovazione. Le nostre reazioni alle sue scelte potrebbero suscitare in nostro figlio un senso di colpa per aver espresso nel gioco un’inversione di tendenza sessuale, della quale tuttavia non è ancora del tutto consapevole, o se lo è, non vuol dire che questo determinerà la sua vita affettiva e sessuale anche in età adulta.

Il percorso attraverso cui si forma l’identità sessuale nel bambino è molto articolato: già nei primi 18 mesi di vita il piccolo acquisisce consapevolezza della propria identità di genere; una delle svolte significative avviene poi intorno ai tre anni; successivamente, attraverso giochi di identificazione complessi, il processo di definizione dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale prosegue fino alla pubertà.

In ogni caso, senza voler entrare nel merito di questioni troppo complesse, quello che possiamo fare come genitori è comunicare con i nostri bambini e, per quanto possibile, assecondare le loro scelte senza alcun pregiudizio.

Il gioco come strumento educativo può e deve permettere di sviluppare nei bambini, così come nelle bambine sia la parte maschile sia quella femminile, insieme a tutti gli altri aspetti della loro personalità.
Lasciare i nostri figli liberi di esprimere le loro emozioni in ruoli sia maschili che femminili, rappresenterà un’investimento importantissimo nella loro crescita emotiva.