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Mamma sottopeso: ci sono dei rischi?

Quando si parla di rischio per la donna e fetale nel caso di sottopeso materno? Sicuramente si tratta di un problema non molto diffuso nella nostra società, diversamente dal problema opposto: l’obesità e il sovrappeso.

Innanzitutto si deve definire oggettivamente il concetto di sottopeso, considerando che per ogni donna può essere calcolato il BMI (body mass index o indice di massa corporea), i cui valori finali possono dare un’indicazione sullo stato nutrizionale della donna.

Il problema non riguarda tanto le donne occidentali (nonostante la condizione di sottopeso correlata alla patologia anoressica non sia da escludere, anche se in questi casi i fattori ormonali e relativi all’ ovulazione potrebbero essere un ostacolo nei confronti di una possibile gravidanza), quanto le donne provenienti da paesi in via di sviluppo o sottosviluppati: India, paesi africani, Pakistan ecc.

Si tratta di donne che presentano essenzialmente carenze nutrizionali e, di conseguenza, vitaminiche. Non è raro individuare, in queste donne, pazienti con problemi ematici (anemie di diversa natura, soprattutto sideropeniche e associate a carenza di ferro) o, addirittura, di fragilità ossea (ridotto apporto di calcio).

Cosa si rischia? Innanzitutto, l’anemia comporta la riduzione dell’apporto di ossigeno, con correlata alterazione della perfusione feto-placentare e nutrimento del feto. Non sono rari i casi di neonati SGA (small for gestational age, neonati piccoli per l’età gestazionale) e di IUGR (ritardo di crescita intrauterina).

Per la mamma, naturalmente, uno stato anemico comporta vari segni e sintomi: da una ridotta ossigenazione, all’incremento di astenia (stanchezza), fragilità capelli e unghie e tanto altro ancora.

L’ obiettivo nei confronti di queste donne sottopeso riguarda la ricerca di uno stile di vita diverso, in cui l’alimentazione possa essere completa e salutare, soprattutto prevedendo terapia con acido folico sin dai primi momenti della gravidanza.

Ovvio è che tali condizioni celano situazioni socio-economiche e culturale di varia natura (soprattutto in paesi esteri o in condizioni di immigrazione), ed è per questo che l’interesse principale dovrebbe partire da professionisti sanitari e medici per la riduzione di tali problematiche nel miglior modo possibile, non dimenticando mai la sfera psicologica ed emotiva di donne che dietro quel pancione nascondono una personalità forte e da guerriere.