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Lunghezza del feto: fino a quando si misura?

Il feto cresce lentamente dentro il ventre materno e così fanno tutti i suoi singoli distretti corporei, rappresentando un ottimo indice di sviluppo generale. Attraverso l’ecografia ostetrica, sin dalle prime settimane gestazionali, è possibile valutare la salute dell’embrione (e del feto dopo il primo trimestre).

La lunghezza dell’embrione si può misurare ecograficamente: questo valore si chiama CRL o lunghezza cranio-caudale (testa-sacro), che si mantiene costante sulla base dell’età gestazionale in cui ci si trova.

Nelle prime settimane, la lunghezza cranio-caudale è un indice unico di crescita, soprattutto per dimostrare corrispondenza tra epoca gestazionale ecografica ed epoca gestazionale calcolata attraverso la data dell’ultima mestruazione. Ma fino a quando si misura la lunghezza del bambino? Ciò si può fare fino al primo trimestre di gravidanza, proprio perché il corpo dell’embrione è ancora piccolo è può venirne misurata la lunghezza totale.

In realtà, man mano che il piccolo cresce, aumenta anche la possibilità che esso “pieghi” il corpo o lo sistemi appunto nella classica “posizione fetale”, impossibilitando la misurazione della lunghezza dalla testa al sacro, o ancora, ai piedi. Infatti, spesso le gambe si trovano flesse sul corpo.

In questa fase della gravidanza saranno altri i parametri misurati per valutare la crescita del feto: dal femore al diametro biparietale (un diametro del cranio), dalla circonferenza cranica a quella addominale.

La lunghezza del bambino verrà poi presa in considerazione al momento delle prime cure neonatali, insieme alla valutazione del punteggio di Apgar, peso e circonferenza cranica.