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Liquido amniotico aumentato: cosa fare

Il Polidramnios, cioè il liquido amniotico aumentato, assume un significato diagnostico importante negli ultimi 2 trimestri di gravidanza. In questo periodo esso viene prodotto infatti dalla diuresi fetali, quindi può darci importanti notizie, ad esempio sullo stato di benesere dei reni fetali. Non solo, difatti il feto lo deglutisce e lo espelle attraverso le urine. Quindi un aumento del liquido può essere legato o ad un aumento della diuresi fetale, come avviene nel diabete gestazionale, oppure ad una sua mancata deglutizione, come avviene nelle patologie ostruttive del tratto gastro-enterico.

La diagnosi di polidramnios può essere fatta dal ginecologo attraverso l’ecografia, nello specifico con la valutazione delle AFI. Le AFI sono le 4 falde di liquido amniotico visibili in ecografia attorno al corpo fetale. Se l’ AFI è tra 50 e 250 mm è considerato nella norma. Al di sopra di questo indice si parla di polidramnios. Al di sotto invece si parla di oligoidramnios.

La causa principale di polidramnios è un aumentata diuresi fetale causata dal diabete materno. In questo caso le cose da fare sono: istaurare con il nutrizionista un regime alimentare povero di zuccheri, incrementare l’attività fisica con corsi di ginnastica prenatale o passeggiate frequenti e a ritmo sostenuto, oppure indurre il parto se le condizioni peggiorano.

Se la mamma non presenta valori di glicemia alterati, altre possibili cause di polidramnios sono una mancata deglutizione fetale per patologie ostruttive del tratto gastro-intestinale (difficilmente diagnosticabili in ecografia), il labbro leporino oppure patologie neuromuscolari e anencefalia (rare e facilmente diagnosticabili all’ecografia).

Il liquido aumentato non è pericoloso di per se’, ma aumentando le dimensioni dell’utero potrebbe provocare una rottura delle acque e un parto prematuro ed è pertanto da tenere sotto controllo quando insorge in epoca precoce per un eventuale parto. Normalmente si presenta dopo le 26 settimane e viene facilmente individuato e gestito dal personale medico.

Spesso una buona dieta ed eventualmente una terapia insulinica sono sufficienti a risolvere il problema.