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Le parole che fanno male ai bambini e che i genitori non devono dire

Le parole che fanno male ai bambini

Ai bambini spesso e malvolentieri ci si rivolge con frasi o parole che possono ledere la loro autostima ma anche la loro sensibilità. Quasi mai si tratta di verità ed è probabile che vengano pronunciate in momenti di rabbia. I bambini non si lasciano scivolare facilmente ciò che viene riferito loro soprattutto se a parlare sono le persone significative della loro vita. Ma quali sono le parole che fanno male ai bambini? Andiamo a scoprirlo.

Le parole possono ferire un bambino quanto un ceffone dato all’improvviso, se non addirittura di più. La violenza verbale è immediata e ferisce nel profondo, non si dimentica.

Quante volte i genitori in momenti d’ira quando stanno per perdere le staffe si lasciano scappare appellativi o affermazioni sul figlio dure da digerire?

Capita a molti, ma è bene riflettere con attenzione su questo perché l’animo del bambino può essere seriamente compromesso.

Le parole vanno dunque pesate, ne vale il benessere psichico del piccolo. Riportiamo qualcuna delle frasi sulle quali è opportuno riflettere perchè incentivano nel bambino la credenza di un’immagine negativa di sè:

  • Tu non sei capace. Questa frase è terribile! Preclude al bambino ogni possibilità di mostrare quelle che sono le sue capacità. Il bambino può interpretarla così: “non credi in me, quindi non valgo nulla, non sono capace e poi se lo dici tu, ci credo io non ci riuscirò”.
  • Ma sei stupido?. Rivolgersi così al bambino può metterlo nel dubbio di esserlo davvero. Inoltre egli può pensare di aver deluso le aspettative della persona che ha pronunciato questa frase e costruirsi una immagine di se negativa.
  • Ma che disastro! Quando i bambini giocano mettono a soqquadro si sa ed è normale ma accusarli con questo tono è sbagliato. Possono provare vergogna quando invece si stavano divertendo sperimentando magari un nuovo gioco. Il bambino può sentirsi limitare in tal modo la propria libertà e creatività.
  • Lascia stare faccio io che faccio prima. Queste parole bastano per impedire al bambino di trovare una soluzione, una strategia per portare a termine un compito. Egli può interrogarsi sul fatto che non sia abbastanza bravo o veloce ed avere quindi la sensazione di non essere adeguato.
  • Tuo fratello è migliore di te. Fare paragoni è deleterio poiché il bambino potrà viversi sempre come inferiore rispetto agli altri. Invece è importante che egli possa sviluppare di sé una immagine buona, sana e positiva.