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Le 5 paure dei papà durante la gravidanza

La gravidanza è un momento molto intenso per la coppia che vive una moltitudine vertiginosa di emozioni e stati d’animo anche contrastanti tra loro. Questo passaggio da diade a triade, avviene in modo diverso tra i partner. Per l’uomo il figlio è percepito più a livello cognitivo; per la donna, visto anche le modificazioni ormonali ed i disturbi di cui può soffrire, soprattutto all’inizio della gestazione, avviene più a livello fisico ed emozionale.

Sappiamo molto sulle modificazioni fisiche che la donna subisce durante la gravidanza. Anche dal punto di vista psicologico l’argomento è stato analizzato ed approfondito, con un’ampia diffusione delle dinamiche e delle possibili soluzioni. Ma cosa sappiamo dei papà? Quali sono le paure più frequenti che gli uomini provano durante la gravidanza? Ne abbiamo individuate cinque.

1) Durante il primo trimestre l’uomo potrebbe sentirsi escluso dalla coppia madre-bambino. La compagna è concentrata sulle modificazioni del proprio corpo e sul piccolino che cresce dentro di lei. Attenta alle visite cui deve sottoporsi, potrebbe, involontariamente, lasciare fuori da tutto questo il compagno, condividendo emozioni e preoccupazioni magari con la propria madre o con altre figure femminili che hanno già attraversato questa fase.

2) Un’altra paura riguarda la salute della compagna e del figlio. Secondo le attuali concezioni, oggi l’uomo, durante la gravidanza, è considerato un grande utero protettivo della diade madre-figlio. Davanti ai malesseri della donna, alle visite per controllare la crescita del piccolino ed a eventuali problematiche o complicazioni, il padre potrebbe sentirsi impotente ed inadeguato in questo ruolo di protettore. La pressione, alimentata da queste situazioni, lo potrebbe gettare in una situazione di ansia che, comunque, nasconde per proteggere la sua famiglia, inibendo o congelando tutti quegli aspetti gioiosi ed irripetibili di questo specifico periodo.

3) Durante il secondo trimestre, quando il pancione è evidente, l’uomo potrebbe manifestare una diminuzione del desiderio, per paura di far male al bambino o causare contrazioni che potrebbero stimolare un parto prematuro. Sempre in questo periodo il papà deve anche rispondere alla richiesta sociale che oggi vuole gli uomini presenti in sala parto. A volte la decisione di partecipare al parto non avviene per convinzione, ma per evitare dispiacere nei confronti della compagna e dei familiari che, altrimenti, lo giudicherebbero come debole; non considerando che le funzioni ed il ruolo paterno prescindono dalla sua presenza in sala parto, soprattutto se, in questo specifico contesto, sarebbe maggiore la paura ed il malessere per l’ambiente sanitario;

4) Un’altra paura che assale i papà, durante la gravidanza, si potrebbe sintetizzare nelle seguenti domande: “Sarò in grado di dare un padre al mio bambino? Che padre sarò e che padre vorrei essere?” e il pensiero si sposta immediatamente al rapporto che l’uomo ha vissuto con il padre, evidenziandone i lati positivi che vorrà trasmettere a suo figlio, a differenza di quelli che, secondo il suo vissuto, sono stati negativi. A questi si susseguono altri interrogativi: “Sarò in grado di esserci quando ne avrà bisogno? Di sostenerlo ed incoraggiarlo? Di camminargli vicino senza sostituirmi a lui nelle scelte che lo riguardano? Per assolvere a tutto questo quanto della mia vita dovrò sacrificare: amici, interessi , sport?“.

5) Infine, vi è la paura relativa la situazione economica. Tra le funzioni paterne c’è anche il sostentamento del figlio e della famiglia. Nel periodo della gravidanza molti uomini, attenti e preoccupati, anche per questo aspetto, aumentano le ore di lavoro cercando quella “sicurezza” che permetta loro di assolvere questo importante compito. Alcuni papà ipotizzano eventuali preventivi di spesa sia per i mesi successivi la nascita, per l’acquisto di tutto il necessario che servirà al bebè, dai pannolini all’iscrizione al nido…sia per eventuali spese future circa gli studi, gli sport e quant’altro possa rientrare nella voce “uscite spese figlio”.

Sono tante le paure e gli interrogativi che si pongono i genitori in questa fase. Ogni persona, ogni coppia, troverà le proprie soluzioni, in base ai vissuti ed alle rispettive esperienze con le famiglie di origine. Sicuramente la condivisione di tutti questi stati d’animo, all’interno della diade compagno-compagna, basata sull’ascolto e sul rispetto reciproci, faciliteranno l’assunzione dei ruoli e delle funzioni genitoriali.