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La prescolarizzazione può avere effetti negativi sui bambini

Sai cos’è la prescolarizzazione? Sei d’accordo che tuo figlio riceva alcune nozioni di alfabetizzazione già negli ultimi anni della scuola materna? Oppure pensi che si debba dedicare esclusivamente al gioco fino a che non andrà alla scuola elementare?

Alcuni studi statunitensi confermano quello che già altre ricerche avevano sostenuto in precedenza: la prescolarizzazione può avere effetti negativi sui bambini. Nancy Carlsson-Paige, Geralyn McLaughlin e Joan Almon, autorevoli esperte in educazioni e pedagogia, sostengono nel loro articolo “Reading in Kindergarten: Little to Gain and Much to Lose” che le esperienze educative di alfabetizzazione nella scuola dell’infanzia, non essendo adeguate al livello di sviluppo o non rispondenti ai bisogni e alle possibilità dei bambini, possono causare gravi danni, tra cui sentimenti di inadeguatezza, ansia e confusione.

Le autrici dichiarano che i bambini imparino molto di più attraverso il gioco, piuttosto che attraverso esercizi per l’alfabetizzazione che spesso vengono sottoposti loro con metodi inadeguati.

Se è vero che la formazione anticipata migliora i punteggi ai test specifici, in linea con la formazione ricevuta (ad esempio lettura o scrittura), le ricercatrici utilizzano, a sostegno della loro tesi, i risultati di alcune indagini che mostrerebbero che i benefici iniziali in termini di risultati di apprendimento si perdono entro i 3-4 anni e, anzi, con il tempo si invertono, causando, per giunta, disagi in ambito sociale ed emotivo.

I bambini iper-scolarizzati prematuramente risultano tendenzialmente giovani adulti più aggressivi e inclini alle liti, molto meno empatici rispetto a coloro che da piccoli hanno avuto la possibilità di giocare.

Molti studi sostengono che il gioco libero faciliti l’apprendimento del rapporto con gli altri e lo sviluppo di modelli di responsabilità personale e favorisca il comportamento prosociale.

Questa tesi è stata avvalorata già negli anni 70 del secolo scorso da un’indagine tedesca, condotta su larga scala, questa ricerca aveva dimostrato esiti peggiori a livello sia scolastico che sociale, tra i giovani laureati provenienti da scuole materne “prescolarizzanti”. Questo risultato aveva promosso, negli anni successivi, un cambiamento nella politica educativa tedesca, che aveva investito in asili nido orientati al gioco.

Anche la Finlandia, è un esempio a favore del gioco libero rispetto all’alfabetizzazione anticipata, in questo paese, infatti, i quindicenni conseguono punteggi eccellenti nelle materie sottoposte a test dalle ricerche internazionali, eppure la scuola dell’obbligo inizia a sette anni, ha orari settimanali brevi, ogni ora di lavoro prevede 15 minuti di pausa, e l’educazione prescolastica dura solo un anno, senza essere obbligatoria.

Sulla base di diverse esperienze ed evidenze scientifiche, sembra non ci sia motivo per cui i bambini dovrebbero imparare a leggere a 5 anni quando, imparando 1 anno o 2 più tardi, potranno, pochi anni dopo, fare altrettanto bene, mentre, invece, impegnarsi nella lettura o scrittura in età precoci ruba loro tempo ad altre attività necessarie come il gioco.

Anche la pedagogia di Steiner è contraria a qualsiasi forma di precocizzazione e di prescolarizzazione.

Come non citare, inoltre, il best seller del 2015 in USA “Lasciateli giocare” del professore psicologo e biologo Peter Gray che sostiene un modello alternativo di apprendimento attraverso il gioco e la crescita libera dei bambini.

I dati di molte ricerche indicano anche che i disturbi d’ansia e di depressione nei bambini sembrano correlati alle pressioni accademiche e alla mancanza di gioco. Tutto sembra quindi deporre contro la prescolarizzazione.

Da mamma di due bambini, uno dei quali sta già frequentando la scuola dell’infanzia e risponde con entusiasmo agli stimoli offerti dalle sue insegnanti tramite i libri e i materiali della prealfabetizzazione, mi sono chiesta se sto davvero facendo la scelta giusta.

Io penso che, se un bambino, nel rispetto dei propri tempi di crescita e dei propri interessi, riceve, anche alla scuola dell’infanzia, degli spunti di riflessione, con strumenti e metodologie appropriate, che gli permettono di allargare il proprio orizzonte conoscitivo e di mettere alla prova e sviluppare ulteriormente le proprie capacità, tutto ciò possa rappresentare solo un bene.

Credo che la prescolarizzazione sia un’opportunità in più che venga offerta ai bambini, in affiancamento e non in sostituzione del gioco che ha un valore educativo innegabile. Penso, inoltre che la prescolarizzazione possa permettere una valutazione preventiva di eventuali problemi di apprendimento che, altrimenti, emergerebbero solo successivamente all’ingresso del bambino nella scuola elementare.

Voi invece che ne pensate?