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La preparazione del seno all’allattamento

Un tempo giunte al terzo trimestre di gravidanza le nonne esortavano ad eseguire la nota preparazione al seno per l’allattamento del figliolo, che consisteva nello strofinare vigorosamente i capezzoli con un asciugamano. Oggi, però, questa pratica non è più consigliata, ma al contrario è meglio effettuare dei massaggi delicati sul petto.

In realtà, è bene verificare durante la gravidanza se i capezzoli siano piatti o introflessi, perché in questi casi soltanto il medico potrà consigliare cosa fare per effettuare un buon allattamento una volta nato il bebè. I consigli che però alcune ostetriche danno alle future mamme, a seconda dei casi, per la preparazione al seno, generano pareri discordanti e sono:

  1. Il massaggio: è sicuramente il metodo preparatorio più efficace ed affidabile rispetto agli altri sotto elencati. Eseguito dopo la doccia, a pelle asciutta, senza adoperare saponi aggressivi, ma con oli alle mandorle o burro di karitè, aiuterà a irrobustire la pelle.
  2. Il guanto di crine: un metodo per alcuni ritenuto efficace è quello che vede l’utilizzo, con una pressione circolare, di questo oggetto, o di una spugna ruvida, capaci entrambi di irrobustire la pelle, soprattutto se adoperati dopo essersi asciugate dalla doccia.
  3. L’uso di creme: c’è chi sostiene di massaggiarsi i capezzoli con la nota pomata alla lanolina, soprattutto per prevenire le eventuali ragadi al seno dovute all’allattamento.
  4. Fare degli esercizi preparatori: utili se i capezzoli sono poco sporgenti e rientranti, e attraverso un prodotto emolliente, consistono nell’afferrare con il pollice e l’indice, ruotando in senso orario e poi antiorario, il capezzolo stesso. Oppure una seconda tecnica da fare è quella di posizionare i propri pollici ai bordi dell’areola e muoverli prima in orizzontale e poi in verticale .
  5. Spremitura del capezzolo: può esser visto come un tipo di esercizio un pochino fastidioso, ma è consigliata anche durante le poppate stesse.
  6. L’uso di coppette: durante l’ultimo trimestre, l’ostetrica può costatare la necessità di ricorrere ad una sorta di conchiglie da mettere sotto il reggiseno, capaci di stimolare una dolce pressione sulle areole per fare uscire maggiormente i capezzoli.