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La ninna nanna: una melodia che ci accompagna tutta la vita

Per addormentarsi serenamente ogni bambino crea un proprio rituale, con l’aiuto e la presenza rassicurante dei genitori e di orari consueti, in grado di stabilire una routine che dia stabilità alla vita del piccolino. La compagnia di un peluche, le luci soffuse di piccole abat-jour, la lettura di una fiaba, il suono di un carollon, creano un’atmosfera ideale per predisporsi a dormire.

La ninna nanna, da secoli, è uno tra i rituali più apprezzati e preferiti da tutti i bambini del mondo. Quando è appena nato, il bambino ama addormentarsi tra le braccia dei genitori che lo cullano e gli cantano dolci ninna nanne. È quasi una danza, che presuppone la presenza amorevole del genitore che culla tra le braccia il suo piccolino, inviandoli messaggi rassicuranti non solo con la voce, ma anche con la postura ed il contatto visivo. Man mano che il bambino cresce, al cullamento si sostituisce un piccolo massagio ad una manina o alla schiena da parte della mamma o del papà mentre lui si addormenta nel suo lettino.

La cantilena della ninna nanna, con le parole in rime e strofe ripetitive, con il tono della voce basso, quasi a sussurrare le parole e le musiche, con movimento moderato, ritmo pari, i cui esempi più noti sono le melodie di Mozart e Chopin, rassicurano il bambino conferendogli quella sensazione di benessere che favorirà un rapido addormentamento.

Sono proprio le stesse melodie barocche che, in genere, durante la gravidanza favoriscono il rilassamento della gestante e del suo bambino, stimolando la produzione di endorfine e la relativa riduzione degli ormoni dello stress nella diade. Oggi, grazie agli studi della psicologia prenatale, sappiamo che il bambino ha capacità mnemoniche e cognitive fin dalla gestazione. A tal proposito, le ricerche di De Casper hanno evidenziato che i neonati riescono a discriminare tra due diverse favole, mostrando una preferenza per quella che la mamma aveva raccontato loro, tutti i giorni per dieci minuti, secondo la consegna sperimentale, nell’ultimo trimestre di gravidanza. Lo stesso dicasi per le ninne nanne.

Fin dalla vita nel pancione, queste melodie ci accompagnano, ci rilassano così profondamente che, dopo averle memorizzate le chiediamo da piccoli e poi le riproponiamo ai nostri figli, una volta diventati genirori e poi nonni in un continum, quasi a diventare un patrimonio della nostra storia familiare, da tramandare da generazione in generazione.