cavolfiore in gravidanza

La dieta vegana nei bambini può portare a carenze alimentari?

Chi segue una dieta vegana sceglie di nutrirsi esclusivamente dei prodotti della terra: cereali, frutta, verdura e legumi, eliminando dalla dieta tutti i prodotti di origine animale, quindi non solo carne e pesce, ma anche il latte, il burro, i formaggi e le uova. Nonostante i vegani adulti godano di ottima salute e alcuni siano anche molto atletici, il caso dei genitori vegani finiti sotto inchiesta perché il figlio vegano di un anno è stato ricoverato per denutrizione, ha aperto una serie di polemiche e di dubbi. Ma questa dieta è applicabile in un bambino in fase di crescita o potrebbe portare delle carenze alimentari?

Che i vegani informati godano di un’ottima salute è dovuto probabilmente non tanto al fatto che si privino dei prodotti animali, quanto alla quantità di frutta e verdura che mangiano, che è sicuramente superiore a quella mangiata da un onnivoro. Secondo gli esperti infatti andrebbero mangiati almeno otto porzioni al giorno tra frutta e verdura ai pasti e agli spuntini. Con tutto quello che c’è da mangiare per un onnivoro è molto difficile che scelga otto porzioni di frutta e verdura privandosi di merendine, yogurt, dolci e formaggi.

Quindi i lati positivi della dieta vegana da un punto di vista della salute riguardano sicuramente l’ingente quantità di antiossidanti consumata e la prevenzione dell’obesità nei bambini. In termini di carenze alimentari invece possiamo dire che quasi tutti i nutrienti sono sostituibili da cereali, frutta e verdura. Quasi tutti tranne la vitamina B12, il ferro e il calcio. La vitamina B12 infatti, importantissima per il sistema nervoso e per la sintesi di emoglobina, si trova unicamente su colonie di batteri presenti nella carne, nel pesce, nelle uova e nei formaggi. Lo stesso si può dire per il ferro, la cui principale fonte è il fegato, la carne e il tuorlo d’uovo.

Anche gli spinaci contengono ferro, ma la sua biodisponibilità è decisamente inferiore di quello della carne e delle uova, pertanto bisognerebbe mangiare un quantitativo giornaliero enorme di spinaci per arrivare a soddisfarne il fabbisogno quotidiano. Per quanto riguarda il calcio invece la principale fonte non è il latte come si potrebbe pensare ma sono il lievito e il basilico, quindi in questo caso possiamo dire che il latte e i derivati sono tranquillamente sostituibili con una buona focaccia al pomodoro e basilico fatta in casa.

Per quanto concerne la vitamina B12 e il ferro spesso i vegani ben informati consumano anche integratori alimentari di sintesi per compensare questa carenza. Ma ci sono numerosi studi che dimostrano che anche gli integratori di sintesi fanno male alla salute. Quindi per un vegano estremista il discorso salute passa in secondo piano rispetto alla scelta etica. Il principio per un vegano è che ogni prodotto di origine animale è immorale e crudele perché comporta un maltrattamento degli animali stessi.

Tanto di cappello a chi decide di sacrificarsi per una causa così giusta. Ma è giusto applicare una propria scelta etica ad un bambino, andando ad inficiare quello che può essere un suo sano sviluppo? La risposta è oggettivamente no. Non si può pensare di privare un bambino delle preziose sostante nutritive contenute nelle uova per poi essere costretti a dargli vitamine di sintesi. Quindi vegani sì, ma con coscienza. Ogni bambino ha diritto di assaggiare tutto, di crescere bene e in salute con tutte i nutrienti di cui ha bisogno e di decidere da adulto quali saranno i suoi principi etici.