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Iperprolattinemia e infertilità: come sono collegate

Perché un ciclo mestruale funzioni regolarmente è necessario un perfetto equilibrio ormonale, fisico e psichico che poche donne fortunate oggi possono vantare di avere. Regolarità non vuol dire esattamente avere una salute migliore o una migliore fertilità, o almeno non per forza. Sicuramente però significa avere ottime capacità di autoregolazione ormonale da parte dell’organismo. Nella grande maggioranza dei casi invece, soprattutto in organismi più sensibili ai cambiamenti, è sufficiente un piccolo stress come uno sbalzo termico, una perdita o aumento di peso anche minimo, l’introduzione di una attività fisica, il cambiamento dell’alimentazione, un esame da affrontare, perché si inneschino una serie di ormoni che interferiscono con quelli mestruali, causando disturbi del ciclo.

La prolattina è l’ormone conosciuto per lo più perché responsabile della produzione del latte dopo il parto, quando aumentano fisiologicamente i suoi livelli nel sangue. Tuttavia un suo aumento può verificarsi anche al di fuori della gravidanza. La prolattina infatti è prodotta dall’ipofisi ed è presente sia nella donna che nell’uomo in minime quantità. Si comporta da antagonista dell’Fsh, altro ormone ipofisario che regola la produzione di estrogeni nella donna e di testosterone nell’uomo. A grandi linee questo significa che quando si alza la prolattina nel sangue si abbassano gli estrogeni (nella donna) e il testosterone (nell’uomo). Questo comporta sia nell’uomo che nella donna una ginecomastia (ingrossamento delle mammelle) talvolta galattorrea (latte dai capezzoli), calo del desiderio, anovulazione/azospermia.

Difatti gli estrogeni regolano la prima fase del ciclo mestruale, cioè quella proliferativa. E’ grazie agli estrogeni che in questa fase che il follicolo dominante cresce e matura per poi esplodere all’ovulazione. Una carenza di estrogeni causata da una iper-prolattinemia non darà all’ovaio la giusta stimolazione per la maturazione del follicolo. Per tanto anche se quei livelli di ormoni saranno sufficienti a far verificare la mestruazione, non si verificherà però l’ovulazione all’interno di quel ciclo. Quindi in caso di iperprolattinemia c’è una condizione di infertilità transitoria dovuta all’anovulazione. Questo è anche quello che succede normalmente durante l’allattamento: i cicli anovulatori proteggono la donna da gravidanze troppo ravvicinate. Una volta che la prolattina sarà tornata a livelli normali si ripristinerà l’equilibrio estrogenico e tutto tornerà nella norma.

Oltre alla gravidanza, altri motivi per cui la prolattina può alzare i suoi livelli nel sangue sono:

  • Stimolazione intensa dei capezzoli
  • Non solo in gravidanza ma anche al di fuori, la suzione e la stimolazione meccanica della ghiandola mammaria possono innalzare la prolattina.

  • Terapia farmacologica
  • Alcuni farmaci come antidepressivi, sedativi, antidolorifici, farmaci peri disturbi del sistema digerente, hanno come effetti collaterali un aumento di prolattina, in genere riportato nel foglio illustrativo.

  • Ipotiroidismo
  • L’aumento di TRh ipotalamico in caso di ipotiroidismo comporta anche un aumento di prolattina. In questi casi bisogna agire sulla tiroide.

  • Adenoma ipofisario
  • In caso di iperprolattinemia sarà necessario anche escludere con indagini strumentali (RX della sella turgica) la presenza di un prolattinoma, cioè un adenoma ipofisario secernente prolattina. In alcuni casi l’adenoma è trattabile, in altri è necessario rimuoverlo chirurgicamente.

  • Cause idiopatiche
  • Ci sono anche situazioni in cui nessuna delle precedenti cause risulta essere presente, nonostante l’aumento della prolattina. In questi casi si parla di cause idiopatiche, di solito riconducibili ad uns risposta individuale allo stress o ad una intensa attività fisica, e si procede con la terapia ormonale per inibire il rilascio di prolattina.