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Il parto precipitoso: definizione, rischi e come riconoscerlo

Chi non ha mai ascoltato, volente o nolente, i racconti di donne che sostengono di aver “fatto subito” al loro parto? Anche se la percezione del tempo in certe situazioni è molto soggettiva, non è del tutto falso che può verificarsi un parto molto lungo e un parto relativamente molto veloce. Quest’ultimo è il così detto parto precipitoso

La definizione di parto precipito non è facile, perché non tutte le letterature sono concordi con lo stabilire un limite di tempo fisiologico del parto. In linea generale, un parto che abbia una durata inferiore alle tre ore dall’inizio del travaglio all’espulsione del feto si definisce senza dubbio precipitoso. L’incidenza di parti precipitosi è di circa il 10% di tutti i parti e più frequentemente si verifica nelle pluripare (donne che hanno avuto più parti spontanei).

Le cause del parto precipitoso sono attribuibili ad una maggiore secrezione dell’ossitocina che comporta una ipercinesia dell’utero, quindi contrazioni molto più intense, lunghe e frequenti, della norma, che conducono rapidamente ad una dilatazione completa. Dato che la percezione del dolore alle contrazioni nella fase dilatante è molto soggettiva, parto precipitoso non significa per forza dolori intensi. Per tanto potrebbe accadere che una donna al suo secondo parto, conoscendo i tempi normali del primo, non si allarmi più di tanto alle prime contrazioni e temporeggi a casa, per essere poi sorpresa inaspettatamente dalla fase espulsiva.

Dal secondo parto in poi è bene sapere che già normalmente i tempi sono diversi, la dilatazione di tutto il canale è più veloce perché i tessuti oppongono minore resistenza e la fase espulsiva può cominciare anche se la dilatazione non è completa. Per questo motivo al secondo figlio bisognerebbe andare in ospedale già all’espulsione del tappo mucoso.

Il parto precipitoso rappresenta una distocia, perché l’espulsione del feto avviene assieme alla rottura della borsa che sgorga a cascata ed è spesso violenta, pertanto può avere delle conseguenze negative. A parte l’impossibilità di una adeguata assistenza se il parto coglie il personale di sorpresa, i rischi materni sono collegati soprattutto alle lacerazioni dei tessuti e allo shock dovuto all’improvviso svuotamento dell’utero, mentre quelli fetali sono collegati a traumi cranici in caso di caduta e alla rottura del cordone ombelicale.

Come riconoscerlo? In caso di contrazioni molto frequenti è sempre opportuno recarsi in ospedale, anche qualora non siano dolorose. In particolare, nel caso in cui la donna abbia voglia di “spingere”, cioè senta il così detto premito, molto simile alla sensazione che si avverte quando si deve andare di corpo. Vuol dire che la testina del bambino spinge sul retto, quindi è molto bassa e non manca molto all’espulsione. Se pensate di non riuscire ad arrivare in tempo in ospedale è bene che la donna rimanga distesa al centro del letto e che intanto allertiate un’ ambulanza ostetrica.

Se il bambino dovesse nascere da solo prima dell’arrivo dei medici non dovete fare altro che raccoglierlo con un lenzuolo pulito e poggiarlo sul seno della mamma in attesa dei soccorsi. Il taglio del cordone può attendere tranquillamente senza alcun rischio.