Il neonato piange poco i primi giorni: che significa?

Non piange, o lo fa timidamente, dorme sempre, non si avventa sul seno, sembra non sapere ciucciare o non volerlo fare. La domanda delle mamme nasce spontanea: ha qualcosa che non va? Il compito di una neo genitrice, i primi giorni, è quello di preoccuparsi e occuparsi del piccolo, quindi se piange lei si preoccupa e se non piange lei si preoccupa lo stesso. E’ normale e fisiologico ma non dimenticate che, salvo i parti in casa, i primi giorni normalmente siete in una struttura dedita ai controlli, dove pediatri, puericultrici e ostetriche controllano quotidianamente il vostro bambino.

L’ipo reattività di un neonato desta sempre un po’ di allarme, soprattutto se si paragona il proprio bambino a quello della vicina di letto che strilla dalla fame ogni tre ore, ciuccia e cresce come un vitello. Oppure, se si ascoltano vecchi detti come “i neonati devono piangere sempre perché questo è segno di buona salute e allarga i polmoni”.

E’ vero che il primo pianto sonoro alla nascita è un segnale del funzionamento dei polmoni nella vita extrauterina, perché significa emissione e immissione di aria. Ma non è vero che nei giorni a seguire il pianto è un training per allenare i polmoni. E’ vero che se piange un pianto sonoro e vigoroso è meno preoccupante di un rantolo, ma questo non significa che se non piange sta male. Anzi, probabilmente se non frigna vuol dire che non ha bisogni impellenti da comunicare.

In effetti nei primi giorni di vita il neonato vive una fase di adattamento, nella quale deve abituarsi ad una “vita asciutta”, ad una diversa temperatura, ad una diversa percezione visiva e uditiva e agli spazi aperti. In più, deve ancora espellere tutto il liquido amniotico ingerito attraverso il meconio ed ha perciò una buona riserva di nutrienti per circa tre giorni. Quindi non è stranissimo che non abbia una fame da lupi e che preferisca dormire a mangiare per recuperare le forze. Non è poi da dimenticare che ogni neonato alla nascita ha già il suo carattere, i suoi tempi di adattamento alla vita extrauterina, il suo modo di reagire al piccolo trauma che è la nascita.

Un altro fattore che induce un sonno maggiore nel neonato è l’epidurale per il possibile passaggio di oppioidi nel circolo sanguigno placentare, utilizzati come antidolorifico. In ogni caso una ipotonia e ipo-reattività fuori dalla norma vi verrebbe segnalata perché è una delle prime cose che i pediatri controllano alla nascita nell’indice di Apgar.

Per ipo reattività fuori dalla norma si intente la mancanza di reazione ad uno stimolo doloroso, normalmente si utilizza un pizzicotto sul tallone.

Se ci fosse qualcosa che non andasse nel vostro bambino vi verrebbe sicuramente detto. Anche i tanto temuti disturbi neurologici dovuti alla mancanza di ossigeno al parto, che un tempo si scoprivano solo con gli anni, oggi possono essere scongiurati grazie al prelievo dello scalpo fetale che permette l’analisi del PH del sangue del feto e la diagnosi precoce di sofferenza fetale. Quindi, se nessuno vi ha accennato niente potete stare tranquilli che il vostro bambino non ha subito nulla durante il parto ed è normo-reattivo a modo suo.

Infatti, come per gli adulti anche per i bambini vale lo stesso. Non tutti hanno lo stesso modo di reagire ed adattarsi al cambiamento della vita dentro e fuori l’utero. Alcuni sembrano sempre irritati, nervosi e disadattati, e si consolano piangendo, altri mangiando, altri invece preferiscono recuperare lo stress dormendo. Taluni somatizzano con le coliche, altri non conoscono il mal di pancia. Piano piano imparerete a conoscerlo a capire di cosa ha bisogno, quando è sereno e quando no e i quali sono i suoi ritmi. Tutti i neonati hanno bisogno di dormire tanto, spesso e per poche ore per volta.

In queste condizioni, però, ricordate comunque di stimolare adeguatamente il seno per favorire l’arrivo della montata lattea, attaccando il bambino più volte con l’aiuto di una professionista, cercando di stimolarlo alla suzione. Nei casi estremi è indicato utilizzare una tiralatte offrendogli il latte con una siringa, finché non imparerà da solo a succhiare dal seno.