sonno e geni

Il bimbo non dorme ancora regolarmente? È colpa dei geni

Ormai è noto a tutti che i bambini non hanno gli stessi tempi di crescita e sviluppo: ci sono bebè che a 11 mesi già camminano senza mai aver gattonato, altri che riescono a sviluppare prima il linguaggio e poi la motricità. Anche la regolazione del ritmo sonno-veglia avviene in momenti diversi per ogni bebè.

Recenti studi tedeschi stimano che il 21% dei neonati e dei bambini fino a 24 mesi ha problemi a dormire, con ricadute pesanti sui genitori che, a volte, per molti mesi sono privati del sonno notturno, difficilmente recuperabile durante il giorno.

Prima di parlare di alterazioni del sonno, che sono davvero dei casi limite, come il pavor notturno, le apnee, gli incubi, il sonnambulismo, ecc. è importante capire il ciclo del sonno del bambino, che è molto diverso da quello di noi adulti.

I lattanti, mangiando ogni 3-4 ora, pure di notte, hanno un ciclo di sonno più breve rispetto al nostro che, con il passare del tempo, almeno 6 mesi, inizierà a cambiare. Tutti questi risvegli sono fisiologici nel bebè, non inficiano la sua crescita. Alcuni pediatri consigliano, infatti, di tenere un diario dove segnare i vari sonnellini del bambino per vedere, meravigliandoci, che dorme le ore necessarie per la sua età, anche se non consecutivamente e non solo durante la notte. Man mano che il bambino cresce, il ciclo del sonno aumenta, arrivando, a volte solo dopo i 3 anni, a dormire anche 8 ore per notte.

In alcuni casi i bambini sembrano insonni fino ai 3 anni. Come mai? Gli studiosi ipotizzano, attraverso l’analisi di evidenze cliniche, su un ampio campione di bambini osservati, una causa genetica. Se chiediamo ai nostri genitori, spesso scopriamo che anche noi, da piccolini, o qualche zio ha avuto lo stesso problema. Proprio come “ereditiamo” i capelli ricci della mamma o di colore rosso del nonno, così dimostriamo di avere i geni dello stesso parente “insonne”, che influiscono sulla regolazione del ritmo sonno-veglia.


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Alcuni genitori, stremati dal bisogno di dormire, descrivono i figli come particolarmente attivi nelle ore serali, mentre più tranquilli durante la mattina. È un aspetto questo confermato dagli studiosi, per cui ciascun bambino ha già, grazie all’impronta genetica, la sua peculiarità ad essere più attivo durante una fase del giorno, piuttosto che altre.

Nessuna paura però! I medici ricercatori del progetto, spiegano che con il terzo compleanno la situazione tende a migliorare fino a estinguersi completamente, permettendo a tutta la famiglia tranquille notti di sonno continuato