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Il bambino è lento a mangiare? Ecco cosa fare

Alcuni bambini, finita la fase dello svezzamento, quando incominciano a mangiare da soli dimostrano un’eccessiva pigrizia nel consumare il pasto. Partiamo però dal presupposto che si definisce un bambino lento nel mangiare, colui che superati i 30 minuti, ha ancora più di metà piatto davanti e che prima di sedersi a tavola non ha consumato nemmeno uno snack, mostrando così una sorta di fiacca nel porre il cibo alla bocca e pertanto va sollecitato continuamente.

Alcuni figlioli possono richiedere anche più di un’ora per ogni pasto e ciò diventa frustrante per i genitori che inizialmente mantengono un comportamento sereno, poi se devono uscire o hanno altri impegni si disperano per sollecitare la masticazione e la deglutizione.

Perciò, appurato che la lentezza non sia dovuta a problematiche serie, ma a semplice pigrizia del bambino, ecco alcuni suggerimenti per incoraggiarlo a terminare in un tempo adeguato le pietanze.

  1. Timer: gli si può mostrare una sveglia che da lì a mezz’ora suonerà sancendo la fine del pranzo o della cena, pure se il figliolo non ha terminato tutto, così se ha realmente fame si sbrigherà. Ovviamente se il pasto presenta più portate il tempo deve aumentare, come anche a seconda dell’età del piccolo commensale. Questo rimedio del timer all’inizio verrà preso come un gioco, una sfida, poi dopo potrebbe esser rifiutato dal bambino, in quanto si potrebbe sentire sotto pressione, perciò meglio non abusarne.
  2. Eliminazione della tv: a volte si crede che sintonizzandosi sui cartoni animati il figliolo riesca a mangiare tranquillamente. In realtà a volte il piccino preso dalla sequenza delle immagini, si concentra soltanto sulla visione del piccolo schermo, dimenticandosi di portare il cibo alla bocca. Perciò è meglio bandire l’uso del teleschermo quando si mangia.
  3. Racconti avvincenti: per sollecitare la velocità durante il pasto, la mamma può sedersi accanto e raccontare storie ricche di avventure con maghi e principesse. Narrando poi che queste dame verranno salvate infatti, solo proprio tramite la masticazione veloce del bambino.
  4. Acqua con parsimonia: meglio non offrire continuamente da bere sperando che così il pargolo ingoi il boccone, perché dopo alcuni bicchieri potrebbe sentirsi il pancino pieno solo di acqua e non desiderare più di mangiare, peggiorando la situazione.
  5. Sistema di ricompensa: ovviamente si tratta dell’ultima soluzione, perché è un’arma a doppio taglio per i genitori, ma a mali estremi estremi rimedi. Quindi ecco che promettere di andare al parco, di giocare o un giocattolo come regalo, potrà forse velocizzare il piccino nel pasto.
  6. Minaccia: anche questa forma è scorretta e va usata soltanto poche volte e se il genitore ha l’esigenza di uscire appena terminato il cibo. Ovviamente la minaccia deve essere innocua come quella di portar via un giocattolo nel caso non si finisca in modo celere la portata perché si deve andar via.

Bisogna però tener presente che ogni bambino ha i suoi tempi, perciò non si deve mai esagerare, né rimproverare il pargolo. Queste soluzioni vanno prese soltanto se si ha la vera necessità di far finire il pasto al piccolo, perché magari subito dopo bisogna far altro; altrimenti non bisogna forzarlo e se ci impiegherà più di un’ora, e i genitori non hanno esigenze specifiche per farlo terminare, prima pazienza e buon appetito.