I dolori pelvici nel primo trimestre di gravidanza sono, tra tutti i sintomi, quelli che destano le maggiori preoccupazioni. Ma se immaginate quello che sta accadendo nel vostro utero capirete che delle piccole tensioni sono più che normali.
Le prime settimane di gravidanza sono senz’altro le più delicate. Sono quelle in cui il nostro organismo decide se accogliere o meno il cambiamento che sta avvenendo al suo interno. Nausea, affaticamento e quegli strani dolori pelvici sono tutte risposte fisiologiche a questo cambiamento ormonale, anatomico e funzionale che comporta la gravidanza.
I primi dolori pelvici possono cominciare molto presto. Infatti al 6-7 giorno dalla fecondazione, terminato il suo cammino lungo le tube, l’embrione in fase di Blastocisti rotola nell’utero dove comincia il suo impianto, solitamente sul fondo. La parte esterna della blastocisti chiamata trofoblasto è quella che diventerà la placenta, mentre la parte cellulare interna è quella in cui si formerà il feto.
Il trofoblasto produce enzimi litici in grado di digerire la mucosa uterina traendone iniziale nutrimento e scavando all’interno di essa, dove affonda così le sue piccole radici. Nel giro di 2 settimane si formeranno delle piccole falde nelle quali queste radici entrano in contatto con i vasi sanguigni dell’utero rompendone le pareti e immergendosi direttamente nel sangue materno formando il sinciziotrofoblasto.
Il sangue materno che invade le lacune del sinciziotrofoblasto può avere una pressione talmente forte da rompere il tappo di fibrina che si crea intorno e fuoriuscire dall’utero dando origine alle cosiddette perdite da impianto. Questo sanguinamento può verificarsi dopo circa 24-28 giorni dal ciclo precedente e accompagnato da dolori pelvici simili può assomigliare perciò ad una vera e propria mestruazione, poiché spesso non si sa ancora di essere incinte.
La perdita da impianto si distingue da una mestruazione o da un mancato annidamento in quanto si mantengono comunque buoni i livelli di BhCg, l’ormone secreto dallo stesso trofoblasto per stimolare il corpo luteo a produrre estrogeni e progesterone per il mantenimento della gravidanza.
Quello che avviene durante l’impianto, l’erosione della mucosa e dei vasi sanguigni, spiega le sensazioni dolorose che si possono percepire a livello pelvico già dopo 2 settimane dalla fecondazione. Il successivo sviluppo embrionale e quindi la crescita in termini di volume provoca le prime seppur lievi ma costanti distensioni uterine che spiegherebbero i dolori pelvici successivi.
I dolori pelvici nel primo trimestre devono destare allarme solo quando sono forti e/o accompagnati da perdite ematiche.
In ogni caso se i dolori pelvici vi provocano uno stato d’ansia potete consultarvi con il vostro ginecologo e concordare per una terapia con progesterone o altro miolitico da somministrare al bisogno. Se invece pensate che i dolori pelvici siano dovuti solamente a troppo stress provate innanzitutto ad allontanare le tensioni emotive. Non fate lavori pesanti, praticate attività che possano distendervi come il canto, la lettura, la pittura, la recitazione o la meditazione. Può essere di grande aiuto anche solo ascoltare musica rilassante, concedersi qualche momento di riposo a letto e applicare borse di acqua calda sulla zona pelvica.