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I bambini che conoscono i dialetti hanno una marcia in più come i bilingue

Da recenti studi è emerso che sia i bambini che parlano due dialetti sia quelli che parlano due lingue hanno delle performance cognitive superiori ai monolingua. Quindi, il bilinguismo sarebbe vantaggioso tanto quanto il bi-dialettismo, così denigrato dagli italiani.

A scuola, e a volte anche a casa, non si fa altro che impedire ai bambini di parlare in dialetto, come se questa abitudine fosse scostumata o volgare. In realtà i meccanismi che si attivano per apprendere un dialetto sono gli stessi che si innescano quando si apprende una nuova lingua. Dunque, un bambino che padroneggia due o più dialetti diversi tra loro, al pari di un bilingue, ha una marcia in più.

Lo studio è stato condotto dal ricercatore dell’Università di Cambridge, Napoleon Katsos, assieme ai suoi colleghi dell’Università di Cipro (Grecia) e pubblicato sulla rivista Quartz. L’analisi ha coinvolto tre gruppi della stessa estrazione economica e sociale e con le stesse facoltà intellettive generali, analizzata tramite test generici. Nel primo gruppo erano presenti 64 bambini in grado di parlare due tipi di dialetti greci, 47 bilingue e 27 monolingue.

I risultati sono stati dei migliori punteggi ai test di memoria, attenzione e flessibilità da parte dei gruppi di bambini bi-dialettali e bi-linguisti parimerito contro i monolingua. Un’altra ricerca che si è impegnata ad insegnare a due ragazzi Norvegesi la scrittura di due dialetti differenti, ha confermato che questi ragazzi ottenevano migliori punteggi rispetto alla media, alle prove di lettura e di aritmetica degli esami Nazionali.

Con questi risultati, possiamo francamente ammettere che le connesioni neuronali che si sviluppano durante l’apprendimento di una lingua sono uguali a quelle che si sviluppano durante l’apprendimento di uno o più dialetti.

Oltretutto, come sostiene Roberta D’Alessandro, Professore ordinario di Italianistica in Olanda e vincitrice di un premio Europeo, i dialetti Italiani sono vere e proprie lingue, che si diversificano dall’italiano non meno dello Spagnolo e del Francese.

Per cui un bambino che parli a scuola in Italiano e a casa il Napoletano è da considerarsi a tutti gli effetti un bilingue, con tutti i benefici che questo ha sul cervello.

Pertanto nessun genitore dovrebbe impedire ad un bambino la comprensione e l’uso dei dialetti.