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Gravidanza: l’abuso di cellulare causa l’iperattività del bambino

Effetti della gravidanza sul nascituro

La scienza ormai ha confermato più volte il legame che intercorre tra le abitudini materne e lo sviluppo del feto; non solo, negli ultimi anni si è iniziato a discutere anche dell’influenza dei geni paterni sullo sviluppo di patologie metaboliche. La mamma, però, resta il primo veicolo diretto verso il nascituro; quest’ultimo è influenzato dallo stato d’animo, dalle abitudini alimentari, dalle eventuali patologie e soprattutto dallo stile di vita. Proprio in gravidanza, ancora prima della nascita, si pongono le basi di quella che sarà tutta la vita del bambino fino all’età adulta, in termini soprattutto di salute.

Abuso di cellulare e gravidanza

Sembrerebbe, infatti, che i piccoli nati da madri assidue utilizzatrici di cellulare, abbiano una maggiore probabilità di sviluppare iperattività; lo studio su Environment International mette in relazione l’uso smodato dello smartphone e l’alterazione comportamentale dell’infante, rispetto a bambini nati da madri prive di questa tendenza nociva. Il tutto, però, non sembrerebbe da relazionare alla diffusione di radiazioni elettromagnetiche emesse frequentemente dai cellulari.

La ricercatrice Laura Birks del Barcelona Institute for Global Health in Spagna e colleghi hanno analizzato dati di più di 80.000 mamme-bimbi; le madri cellulare dipendente, così le chiama la studiosa, nel corso dei 9 mesi, hanno una probabilità di oltre il 28% di sviluppare problemi nel comportamento. Come sempre, quando si parla di bambini, i dati vanno valutati con cautela e contestualizzati con la società odierna.

Cellulare e iperattività

Cellulare e iperattività

Il campione è stato selezionato da coppie madre-bimbo in Spagna, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi e Korea. I risultati sono conformi e coerenti all’ipotesi iniziale e cioè che l’iperattività nei bambini tra i 5 e i 7 anni era più frequente se le madri in gravidanza avevano abusato dello smartphone. La Birks analizza questi dati sorprendenti, ma ribadisce più volte di non comprendere i reali meccanismi biologici che uniscono radiazioni elettromagnetiche a disordini comportamentali; tuttavia questa correlazione, in tutti i paesi in esame, è forte e valida.

I piccoli nati da donne che hanno confessato di effettuare più di 4 chiamate al giorno o di parlare per più di un’ora al giorno, hanno manifestato il 28% in più di iperattività rispetto ai figli di donne che dichiaravano un uso ridotto del cellulare. Tra le madri è stata fatta una selezione per età, stato civile e scolarità, ma tutte erano alla pari nei risultati.

L’esito si è ottenuto da dati del periodo 1996-2011, quindi se si riflette sull’incremento della tecnologia negli ultimi anni, è libero e lecito pensare che questi dati siano cresciuti esponenzialmente; di conseguenza, è altrettanto facile pensare che le generazioni future continueranno a patire l’iperattività e difficoltà comportamentali.