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Gravidanza: un nuovo test del sangue per predire il rischio preeclampsia

La preeclampsia (o più comunemente conosciuta come gestosi) rappresenta una sindrome che può presentarsi nel corso di una gravidanza. Essendo una sindrome, si caratterizza di tre elementi: proteinuria, ipertensione e presenza di edema (inteso come ritenzione idrica localizzata o generalizzata).

Questa triade sintomatologica, aggiunta ad una serie di altri segnali che possono andare dalla cefalea alle crisi convulsive, delinea una condizione che potrebbe presentarsi in tantissime donne, soprattutto in condizione di nulliparità o pregressa patologia. In realtà, proprio ultimamente, è stato presentato un test all’avanguardia per poter delineare un quadro più preciso della patologia e per poter predire più dettagliatamente esiti negativi della stessa.

In che modo? Si tratta di un valore immunologico che metta in relazione due sostanza dosabili attraverso un prelievo del sangue: le propteine PIGF e SFLT-I. Infatti, un valore elevato corrispondente al rapporto tra le due sostanze darà una probabilità non indifferente di insorgenza di una condizione eclamptica entro le 4 settimane gestazionali.

È uno studio agli inizi, ma che darà tantissimi benefici alle donne, che potranno vivere un approccio terapeutico più attento nei propri confronti, limitando notevolmente il numero e la durata delle ospedalizzazioni, per le donne che potranno essere tranquillamente essere seguite in regime ambulatoriale, senza il rischio di gravi complicanze e pericoli per il feto e madre.