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Gravidanza, nuove linee Guida OMS: l’ostetrica fa chiarezza

Il 7 Novembre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le nuove Linee Guida per la gravidanza e il neonato, ricche di contenuti importanti soprattutto nel rispetto della fisiologia della gravidanza e della nascita. Tante sono state le incomprensioni offerte sui social network, sulla terminologia utilizzata e sull’interpretazione nella traduzione ed è per questo che è necessario fare chiarezza su quanto specificato su queste linee guida.

Innanzitutto, il testo offerto dall’OMS riguarda gli interventi nutrizionali (alimentazione, supplemento acido folico, zinco, vitamine ecc), la valutazione materna (per eventuale anemia, batteriuria asintomatica, violenza domestica, diabete, scorrette abitudini di vita ecc) e fetale (circa le raccomandazioni sulla misurazione sinfisi-fondo, conta movimenti fetali, cardiotocografia, ecografie, uso della velocimetria doppler ecc), misure preventive (vaccini, uso antibiotici per batteriuria asintomatica, somministrazione di immunoglobuline anti-D ecc) fino agli interventi naturali per alcuni disturbi fisiologici (nausea e vomito, bruciore di stomaco, crampi, stitichezza, mal di schiena, edema ecc).

Un capitolo molto interessante di queste linee guida riguardano proprio gli interventi del sistema sanitario per migliorare la qualità dell’assistenza prenatale. Si parla di diario della gravidanza e soprattutto l’Organizzazione Mondiale della Sanità offre degli spunti importantissimi per la crescita nell’ambito ostetrico.

L’OMS non raccomanda alle donne sane, con una gravidanza totalmente fisiologica, siano proposte visite routinarie con il medico, perché bastano gli incontri con l’ ostetrica, la professionista sanitaria esperta nella fisiologia della gravidanza. L’OMS non raccomanda in alcun modo la medicalizzazione della gravidanza e soprattutto indirizza le donne verso la strada della consapevolezza e dell’empowerment.

D’altro canto invece l’OMS raccomanda almeno 8 contatti (non visite né ecografie) con l’ostetrica , o con un gruppo di ostetriche, per creare una relazione di fiducia e consentire all’ostetrica stessa di individuare situazioni potenzialmente a rischio (l’ostetrica è responsabile in prima persona nell’individuazione del rischio e del pericolo).

Inoltre, deve essere offerta una continuità assistenziale dalla gravidanza (in realtà, dal periodo pre-concezionale) fino al puerperio con una collaborazione massima con gli altri professionisti sanitari, in equipe. Viene raccomandata una ecografia prima delle 24 settimane gestazionali, proprio per definire l’età gestazionale e soprattutto per valutare la morfologia fetale e soprattutto raccomanda di ridurre l’induzione medica del parto anche nelle gravidanze post-termine.

Tutto questo perché? Per offrire alla donna libertà, protagonismo e serenità nel corso della gravidanza, radendo al suolo il tasso della medicalizzazione. La strada è lunga, ma tutto partirà piano piano.