Figli più intelligenti? Riempiteli di coccole

Nutriamoli, vestiamoli, curiamoli quando non si sentono bene, ma soprattutto riempiamoli di baci, di carezze e abbracci, di frasi quasi sussurrate e mai urlate, di comprensione e di tanta pazienza. In questo modo svilupperemo il loro Q.I. E’, infatti, questo il risultato a cui sono giunti diversi studi di ricercatori americani ed europei arrivati praticamente tutti alla medesima conclusione: ciò che avviene nel primo anno di vita di ciascun bambino è fondamentale e la quantità di amore che ricevono proprio in quel periodo tanto cruciale è nutrimento essenziale per l’ippocampo, la parte del cervello associato alla memoria e, più in generale, alle capacità di apprendimento.

Uno dei primi studi del genere è arrivato nel 2010 (ma era cominciato alla fine degli anni ’80 con la neonatolaga Hallam Hurt) da un gruppo di ricercatori di Philadelphia. Avevano analizzato in maniera molto approfondita un certo numero di bambini in tenera età diversi per condizioni socio-economiche, rivolgendo una serie di domande ai genitori (del tipo se leggevano favole ai loro figli, se cantavano per loro, se li abbracciavano e via dicendo) e calcolandone il Q.I.: avevano scoperto che quei bimbi che in casa ricevevano maggiori cure e attenzioni, specie dalla mamma, avevano un Quoziente Intellettivo più alto di chi, invece, veniva trattato con maggiore freddezza e noncuranza.

La ricerca giunta da Philadelphia è stata tra le prime a dimostrare il nesso profondo che c’è tra le esperienze vissute nella prima infanzia e la formazione del cervello nella sua iniziale fase di sviluppo. Quindi, assodato che il cervello di ogni neonato sano abbia potenzialità enormi, quelle stesse dipendono, poi, dai successivi stimoli ambientali. E l’amore dei genitori è senza dubbio uno dei più ‘forti’.

Più recente uno studio della Washington University School of Medicine di St. Louis (Usa) secondo il quale i bambini in tenera età che vengono accuditi da mamme più amorevoli e pazienti avrebbero un ippocampo più sviluppato di ben il 10% rispetto ai coetanei che hanno avuto un rapporto, diciamo così, più ‘difficile’ con la propria mamma.

“La nostra ricerca – ha commentato Joan Luby, autore della ricerca e docente di psichiatria presso la Washington University School of Medicine di St. Louis.- fornisce una prova molto affidabile dell’importanza di coltivare in anticipo lo sviluppo del cervello e potrebbe avere enormi implicazioni per la salute pubblica”.

Anche dall’Università di Southampton (Gran Bretagna) sono arrivati più o meno risultati simili a quelli degli studi già citati: per il cervello dei bambini le carezze della mamma fanno miracoli.

Dunque: non soltanto i bambini ereditano l’intelligenza dalla mamma, ma è sempre da lei che hanno lo stimolo maggiore a diventare dei genietti. La ricetta è semplice: coccole, coccole e ancora coccole!