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Equitazione, moto e bici in gravidanza

Fra i dubbi che assalgono alcune donne durante la gravidanza, c’è il poter andare o meno in moto, in bici o a cavallo durante i 9 mesi. Effettivamente il problema non sono le due ruote o l’equitazione, ma i pericoli a cui si è sottoposte praticando queste attività, sia per le eventuali cadute causate da buche, sia per la distrazione di altri che potrebbero provocare incidenti durante le passeggiate.

Equitazione: se si è sempre andate a cavallo, fino alla 12esima settimana gestazionale è possibile fare questa attività, dopo è meglio evitare. Questo perché cavalcando si potrebbe avere un distacco della placenta, poi a partire proprio dal terzo mese di gravidanza, se si dovesse cadere da cavallo o prendere colpi, il feto non sarebbe più protetto e quindi si incorrerebbe in un grosso pericolo non solo per il figliolo, ma anche per la mamma stessa. Per questi motivi è quindi fortemente sconsigliato praticare questa attività durante lo stato interessante, ma è meglio svolgere sport più adeguati come il nuoto, sempre però dopo aver consultato il proprio ginecologo.

Moto: in realtà il problema maggiore quando si va sullo scooter è dovuto dai rischi che si possono correre in strada quali macchie d’olio, asfalto bagnato ecc, che possono causare cadute accidentali. Per non parlare dei possibili capogiri che soprattutto nei primi mesi potrebbero assalire la gestante e che, logicamente, se si è in sella alla propria moto arrecherebbero una mancanza di equilibrio, creando così i presupposti per una caduta accidentale in strada.

Bici: anche in questo caso, come per i due precedenti, si corre lo stesso rischio di caduta provocata da buche, sbandamenti o da altre problematiche relative alla strada. Andando in bici, si fanno anche sforzi fisici e motori maggiori che implicano dei colpi più o meno forti nella zona pubica, che potrebbero provocare l’accorciamento del collo dell’utero. Inoltre, quando si è incinte stanca una passeggiata a piedi, figuriamoci una pedalata, perciò sarebbe meglio evitarla, anche se alcune donne riescono persino col pancione a fare del ciclismo non agonistico.